Sintesi dell’incontro del 18 gennaio 2016 a Milano sul tema della difesa della vita in farmacia.

Il Prof Don Roberto Valeri, assistente spirituale dei Farmacisti Cattolici di Milano ha introdotto la riunione presentando una riflessione sugli aspetti etici della cosiddetta contraccezione d’emergenza, che in realtà comprende un secondo meccanismo di azione non dichiarato ma di cui non si può non tenere conto e cioè un effetto potenzialmente abortivo. Il magistero della Chiesa viene in aiuto ai farmacisti che si pongono l’interrogativo se è lecito vendere tale pillola o se è invece un dovere fare obiezione di coscienza  cercando di evitare di venderla, con la provvidenziale Dichiarazione della Dottrina della Fede dell’8 settembre 2008 a firma del Cardinale Levada, riportata nel documento preparatorio alla riunione, pubblicato qualche giorno fa su questo sito dal Prof Don Roberto Valeri. È chiaro che l’essere umano concepito ha tutta la dignità completa di una persona che va difesa . È importante considerare anche l’intenzione con la quale si assume la pillola del giorno dopo o del quinto giorno, che è certamente di evitare una sospetta gravidanza indesiderata. Come? Posticipando la data dell’ovulazione oppure nel caso non sia possibile perché il concepimento è già avvenuto impedendo l’annidamento del piccolo embrione, uccidendolo. L’intenzione prevede anche la possibilità di eliminare il nascituro e ciò è moralmente grave.

Alla fine della riflessione etica è intervenuta una nuova farmacista dell’Interland di Milano, che ha posto vari interrogativi etici sulla vendita della Ellaone in una farmacia grossa, dove lavorano diversi farmacisti tutti non obiettori compreso il titolare. Fino a quando la vendita era su ricetta medica si poteva scaricare la responsabilità sul medico prescrittore, ha dichiarato la dottoressa, e sia pure con riluttanza, venderla su ricetta medica , cercando di dare l’informazione corretta sul farmaco, come suggerito da un sacerdote. Adesso però che la pillola è SOP cioè vendibile ai maggiorenni senza ricetta medica, il farmacista si sente investito del carico della responsabilità della vendita di una pillola potenzialmente abortiva e ciò è troppo grave e richiede di valutare la possibilità di poter fare l’obiezione di coscienza.
Mentre l’obiezione di coscienza per un titolare è facile, non lo è per un dipendente quando il titolare è a favore della distribuzione del farmaco potenzialmente abortivo. Come fare a ottenere la possibilità di essere esentati dal vendere la pillola in tale situazione senza correre il rischio di perdere il posto di lavoro?
Al momento si è consigliato di prendere visione degli articoli pubblicati sul sito www.farmacisticattolici.it per quanto riguarda gli aspetti etici e anche delle reviews che  si trovano in Internet per quanto riguarda la parte scientifica del Dott Bruno Mozzanega, Puccetti e altri autori. Questo permette di farsi un quadro e di acquisire delle conoscenze atte a consolidare la propria convinzione di non vendere tale pillola e di poter poi eventualmente essere in grado con sicurezza di chiedere un colloquio col proprio titolare per chiedergli di poter essere esonerati dal venderla.
Al termine della riunione si è ritenuto che la disamina dell’argomento non fosse stata sviscerata in modo esaustivo e pertanto si è deciso di dedicare anche la prossima riunione allo stesso argomento.

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