STORIA DELL’UNIONE CATTOLICA FARMACISTI ITALIANI

Il primo nucleo dell’Unione Cattolica Farmacisti Italiani si forma nel 1946 a Torino per iniziativa di Pietro Olivieri e Cristoforo Masino, nell’ambito del movimento per gli universitari (FUCI) e dei laureati cattolici, organizzazioni queste che più volte avevano riunito i loro membri interessati agli studi e alla professione farmaceutica.
Inizialmente l’UCFI non ha una vera e propria struttura organizzativa, ma si basa essenzialmente sulla buona volontà  dei primi soci, in gran parte provenienti da FUCI ed Azione Cattolica. Nel 1948 il presidente dell’ UCFI  Pietro Olivieri scrive che “la ragione sociale dell’Unione” è di conciliare “l’istruzione religiosa ricevuta nelle chiese parrocchiali” con “le esigenze degli studi specializzati”. Per questo “è diffusamente sentita oggi l’ esigenza di qualche accolita di volenterosi che approfondisca, dal lato speculativo, le cognizioni che pongono in armonia lo sviluppo scientifico moderno con la perenne sapienza della Chiesa”.
Nel 1950 l’ UCFI partecipa al Congresso Internazionale dei Farmacisti Cattolici e qui inizia un rapporto di stretta collaborazione nella preparazione dei Congressi e nella stesura di numerosi documenti.
L’attività  dell’ UCFI, soprattutto nei primi anni, è molto intensa e si esplica attraverso una serie di Convegni in cui vengono trattati i temi più importanti riguardanti la professione, dalla ridefinizione del ruolo del farmacista in rapporto alle esigenze della collettività (Siena 1948), a una sua maggior valorizzazione  (Assisi 1950), alla volontà di riformare la legislazione farmaceutica secondo i principi morali professionali e di richiedere una maggiore attenzione degli organi parlamentari e amministrativi nei confronti della libera professione (Roma 1954, Camaldoli 1957, Vallombrosa 1958, Montallegro-Rapallo 1959, Palermo 1960, Assisi 1968).
Importante la posizione assunta dall’UCFI di fronte al problema delle sofisticazioni alimentari a danno della salute umana. Già nel 1960, al Congresso di Palermo, l’Unione richiamava i farmacisti ai loro doveri professionali di fronte alla proliferazione di generi alimentari sofisticati e alterati, e approvava una mozione finale in cui si sottolineava “la necessità che i generi alimentari siano conservati e somministrati nelle condizioni più vicine a quelle naturali”. “La frutta, la verdura, l’ alimentazione degli animali – scriveva Pietro Olivieri – sono ora soggetti a interventi esterni dovuti all’iniziativa dell’uomo: quando questi interventi sono regolati da precise norme scientifiche, recano gli enormi vantaggi che tutti conosciamo. Ma quando si deroga dall’osservanza dei principi scientifici, o si applicano maldestramente, si cade nella sfera della più pericolosa minaccia che possa incombere sulla vita umana”.
Dopo questo primo periodo di intensa attività, le iniziative dell’UCFI si diradano fin quasi a scomparire, anche a causa del fatto che gli organizzatori sono chiamati a importanti cariche nazionali ed internazionali.
L’Unione continua però a vivere nei gruppi locali. Da ricordare l’attività del Gruppo Torinese, il cui presidente  dal 1980, professor Domenico Cavanna, era stato uno dei primi soci dell’ UCFI.
Numerose le iniziative del gruppo, tra cui una giornata di studi sui principi morali della procreazione responsabile (Pianezza 1985) e un incontro sul tema “Che cosa vuol dire fraternità” (Usseglio 1986).
La ripresa dell’ attività dell’ UCFI (1985)  si deve innanzitutto all’impegno di Monsignor Fiorenzo Angelini, allora Pro-Presidente della Pontificia Commissione per la Pastorale Sanitaria, che fin dagli anni della guerra e della ricostruzione aveva promosso numerose opere di assistenza in favore dei poveri e degli ammalati e a cui si deve soprattutto il coinvolgimento dei giovani nel volontariato e la formazione morale degli operatori nel campo sanitario.
L’Unione dei Farmacisti Cattolici Italiani riprende dunque in proprio cammino con l’ impegno di promuovere tra gli iscritti:

  • la volontà di seguire nell’esercizio della professione farmaceutica gli insegnamenti del Vangelo e del Magistero della Chiesa;
  • il miglioramento morale e culturale dell’individuo;
  • l’adesione sincera ai dettami della deontologia professionale;
  • l’azione per un dignitoso esercizio della professione e per la tutela morale  dei giusti interessi di coloro che la svolgono;
  • l’educazione dei soci alla retta corresponsabilità ecclesiale anche attraverso un’efficace attività culturale, sociale e caritativa collegata con l’esercizio della professione;
  • il collegamento e la collaborazione con le altre istituzioni e associazioni cattoliche nazionali e internazionali che operano nel settore sanitario;
  • l’impegno nel favorire lo sviluppo sanitario tra le popolazioni più bisognose, e la raccolta e distribuzione di farmaci nei Paesi in via di sviluppo.

L’UCFI persegue  i suoi scopi attraverso una serie di Convegni, corsi e altre iniziative a cura delle sue sezioni regionali, le quali svolgono una importantissima attività professionale, culturale e religiosa attraverso celebrazioni liturgiche, opere caritative e assistenziali (rivolte soprattutto ai Paesi del Terzo Mondo, incontri dibattiti, visite ai monumenti e pubblicazioni).
Al Convegno di Roma nel 1987 viene eletto il nuovo Consiglio nazionale e confermato presidente il dottor Lino Mottironi, che da qualche mese aveva preso il posto del compianto Franco Montenero. Con la presidenza di Mottironi l’ Unione vede aumentare in modo considerevole i propri iscritti e assumere dimensioni più rilevanti con oltre 400 iscritti, con servizi funzionanti, come il rinnovato bollettino “Raphael” e, soprattutto, con scambi internazionali e la rappresentanza nella Consulta Nazionale della CEI. In questi anni grande importanza viene data al problema dell’ introduzione del RU 486 (il farmaco cosiddetto abortivo).
L’UCFI, anche in occasione del quarantesimo anniversario della Federazione tenutosi a Roma nel 1990, dove la questione viene dibattuta, si interroga sulla necessità  di estender il diritto all’ obiezione di coscienza anche al farmacista, il quale ha il dovere di difendere innanzitutto la vita contro ogni abuso. L’intervento del presidente Lino Mottironi sottolinea come “la presenza dell’ UCFI voglia essere una testimonianza di fede, prima di tutto. Quella fede in Cristo Gesù che deve alimentare l’esercizio della professione farmaceutica. Ma vuole anche essere l’espressione del significato che hanno, nella Chiesa, le associazioni professionali: un modo di essere Chiesa, un modo di vivere, da laici, la missione della Chiesa (…).
L’evangelizzazione, per noi farmacisti cattolici, comincia proprio con il nostro contatto con il pubblico, dal modo con cui riusciamo a stabilire con delicatezza e umanità un rapporto. (…)
Come ogni altra professione sanitaria, la nostra è sempre al servizio della vita. Noi siamo, come credenti nel Dio Vivente, sempre dalla parte della vita. Non ci adatteremo mai a diventare dispensatori di morte”.
Nel 1994 il dottor Lino Mottironi viene eletto Presidente Onorario (e Vice-presidente FIPC), lascia la carica di Presidente al dottor Piero Uroda, ma continua a seguire intensamente l’attività dell’ Associazione promuovendo, ad esempio, l’importante incontro interreligioso fra farmacisti cattolici, ebrei e mussulmani a Nazareth il 31 ottobre dello stesso anno.
Negli anni Novanta l’attività dell’UCFI è ricca di iniziative fra cui ricordiamo: l’annuale partecipazione alle Giornate Farmaceutiche di Verona; i pellegrinaggi a Loreto e Compostela (1995); a Lisieux (1996) e al sepolcro di S. Brigida in Svezia (1997); l’ importante contributo alla riuscita delle Giornate Mondiali del Malato; il IV Convegno interregionale dell’UCFI dell’Italia del nord (giugno 1995); la significativa presenza al terzo Convegno della Consulta Nazionale per la Pastorale della Sanità e la continua opera  di solidarietà verso i Paesi più poveri.
Numerose sono le iniziative in collaborazione con la FIPC, come il progetto di una facoltà di Farmacia in Camerun e le attività nei paesi ex comunisti, in Africa e in Sud America.
In Italia le sezioni di Roma e Verona collaborano con l’Unitalsi per la preparazione dei treni bianchi per Lourdes e Loreto, mentre altre sedi regionali operano con le Caritas locali, il Movimento per la Vita e le parrocchie per sensibilizzare l’ opinione pubblica sui problemi della tossicodipendenza,  dei farmaci abortivi e del determinismo genetico.
L’UCFI dedica una parte sempre più importante della propria attività alla discussione di alcuni temi fondamentali quali l’eccessiva facilità di dispensazione dei farmaci (antidepressivi, contraccettivi eccetera), l’aborto e le malformazioni genetiche e più in generale di tutti i problemi derivanti dallo sviluppo della bioetica.
L’UCFI continua la sua opera di diffusione di una specifica cultura etica, morale, professionale e collabora con altri organismi associativi, soprattutto quelli dei medici e dei giuristi cattolici.
Come sottolinea Monsignor Sergio Pintor, direttore dell’ Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale Sanitaria, il farmacista cattolico deve diventare “un punto di Sanità e di umanità della Sanità”. Deve quindi “prendere coscienza della nostra fede, annunciare il Vangelo, vivere il Vangelo servendo la persona e la società e servendosi della professionalità, pensando ai più deboli, come servitori e custodi della vita”.
Ma la storia dell’UCFI non sarebbe completa se non dedicassimo un po’ di spazio per parlare anche, a fianco dei Fondatori, di coloro che oggi in diversi Paesi perseguono brillantemente i nostri obiettivi. In Austria, ad esempio, i farmacisti cattolici sono stati dei veri e propri  pionieri degli aiuti ai Paesi dell’ Est e ancora oggi sono in prima linea nell’azione di sviluppo delle associazioni in queste Nazioni. Il merito di questo attivismo benemerito va scritto al Magister Edwin Scheer, Presidente dell’ Associazione Austriaca ed anche nostro Ambasciatore nei Paesi dell’ Est. E’ a Vienna nel 1995 che ci ponemmo il famoso quesito: “i farmacisti sono ancora necessari?”
In Africa il Paese nostra testa di ponte è il Camerun, qui abbiamo sviluppato un programma specifico sull’ accesso dei farmaci essenziali per la vita per tutti e dappertutto, oltre ad aver organizzato i primi congressi africani sui temi della bioetica. Il risultato più significativo è stata la promulgazione, nel luglio 1996 a Yaoundè, della Carta di Bioetica per l’Africa votata all’ unanimità alla Conferenza dei Capi di Stato e di Governo dell’ OUA (Organizzazione per l’ Unità  Africana).
Pierre Effa è il Presiedente  dell’Associazione locale e volge anche la missione di nostro Ambasciatore in Africa.
La Spagna, da dove nel 1999 abbiamo lanciato la nostra risoluzione per il riconoscimento del diritto alla causa di coscienza, sotto la direzione di Carlos Areses y Gandara (anche nostro Ambasciatore per i paesi ispanici) ha ricevuto, nel 1998, il grande onore della Beatificazione della prima donna farmacista: Dona Elvira Moragas.
La Polonia è, grazie al dinamismo di alcune donne farmaciste dirette con mano felice da Barbara Dreszcyk, in pieno sviluppo malgrado il passato regime comunista.
In Slovacchia, infine, l’ Associazione di recente fondazione ha già organizzato un Congresso di Bioetica ed è diretta dal giovane collega Jurai Sykora affiancato da una squadra briosa ed efficace.