L’obiezione di coscienza in San Basilio
Damian Spataru ha pubblicato un interessante lavoro su Obiezione di Coscienza sulla Rivista teologica di Lugano nel mese di giugno 2016 pag 281-309.
La sezione dei Farmacisti Cattolici di Milano, guidata dal teologo Don Roberto Valeri ha dedicato due serate alla lettura e commento del documento.
L’articolo evidenzia il ruolo inviolabile della coscienza, che è quello di guida, secondo la riflessione specifica di Basilio. Alla luce del Vangelo, il Santo riconosce e pone l’accento sui due movimenti integrativi interni nell’obiettore di coscienza, individuati sotto forma di:
- un qualche germe di “logos” immesso dentro di noi
- come capacità di giudicare e decidere
La tradizione medievale li individuerà con i due atti della coscienza stessa, chiamati sinderesi (anamnesi) e conscientia. In questo senso, l’obiezione di coscienza appare come un conflitto soggettivo irriducibile tra dovere giuridico e dovere morale che si manifesta nel rifiuto, per motivi di coscienza, a realizzare un atto o una condotta che in linea di principio sarebbe giuridicamente esigibile (Gregorio di Nazianzo, Or.43, 50-51).
L’articolo approfondisce il tema richiamando non solo fonti bibliche , ma anche extra bibliche quali Sofocle (496 a.C.), Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.), Antico e Nuovo Testamento, Sant’Agostino (354-430), Tommaso d’Aquino (1225-1274), Antonio Rosmini (1797-1855), J. H. Newman (1801-1890), Gaudium et Spes, Evangelium Vitae e poi viene presentata e valorizzata in tutta la sua portata l’Obiezione di Coscienza testimoniata in Basilio di Cesarea (330-379) che ha esercitato la libera e doverosa opposizione alla legge ingiusta.
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