EllaOne: nuove problematiche in farmacia

Parere U.C.F.I. del 20/5/2015 ed integrazione del 22/5/2015.

L’8 maggio è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la modifica sulla “classificazione di EllaOne ai fini della dispensazione”. Con una decisione “salomonica” e per la prima volta senza tenere conto del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, l’AIFA ha deciso di liberalizzare la vendita del farmaco per le donne maggiorenni. Rimane soggetto a prescrizione medica da rinnovare volta per volta per le minorenni, mentre scompare per tutte l’obbligo del test di gravidanza. Si invita a leggere attentamente il parere del CSS perché permette di comprendere i limiti e le ambiguità della decisione dell’EMA, prima, e dell’AIFA poi. Il CSS esprime con chiarezza le motivazioni che avrebbero dovuto mantenere il farmaco nella precedente classificazione, il tutto suffragato da evidenti dati scientifici. Un parere autorevole incomprensibilmente disatteso, visto che l’AIFA stessa l’aveva sollecitato. Ci si astiene da commenti approfonditi su questo punto, poiché appare più utile affrontare tematiche correlate alla nostra professione. Le novità apportate, infatti, fanno emergere problematiche etico-professionali ed etico-morali per il farmacista. Nella Determina AIFA 21 aprile 2015 (poi pubblicata l’8 maggio) la modifica del regime prescrittivo del farmaco EllaOne viene legata alla maggiore età della paziente, che può ottenerlo senza la presentazione di ricetta medica (SOP). Nessuna modifica invece nel caso di donne con età inferiore ai 18 anni, per le quali continua ad essere necessaria ricetta medica non ripetibile. È quindi l’età della paziente a determinare il regime prescrittivo. Da ciò nascono problematiche serie, soprattutto nella gestione e nella procedura da seguire. Il farmacista deve verificare il requisito di maggiore età della paziente, magari attraverso la presa visione di un documento di identità. Però, se questa non si presenta di persona in farmacia, emerge chiara l’esigenza di escogitare un altro metodo di accertamento. Deve essere sottolineato che è necessario controllare l’età della paziente e non dell’acquirente, cosa che sarebbe molto più semplice. Come il farmacista può tutelarsi nel rispetto della nuova classificazione? Questo è indubbiamente un delicato problema eticoprofessionale. Unica via percorribile per un corretto riscontro, sembrerebbe quella nella quale acquirente ed utilizzatrice finale coincidono. Bisogna tenere conto infatti che si potrebbero verificare situazioni illegali, nelle quali una donna maggiorenne potrebbe acquistare il farmaco per una minorenne, escamotage molto semplice da applicare e che permetterebbe un uso incontrollato a tutte le età. Difficile invece consentire la vendita ad un uomo, in quanto non si potrebbero avere certezze sull’identità dell’utilizzatrice e sul motivo dell’acquisto. Continuando nel ragionamento, si giungerebbe ad affermare che l’unica soluzione possibile sarebbe rappresentata dall’obbligo di assunzione del farmaco da parte della paziente in farmacia, cioè in presenza del farmacista. Assurdo? Non più di tanto, ripensando al tipo di coinvolgimento dei farmacisti che l’EMA ha previsto nelle sue linee guida. Probabilmente si cercherà di superare l’impasse consentendo all’acquirente di portare un documento o un’autocertificazione della paziente/utilizzatrice, facendo assumere così la piena responsabilità a chi si presenta in farmacia per la richiesta. Risulta chiaro che le cose siano sufficientemente confuse, tanto che in queste settimane, nei giornali, si sono alternate sicure prese di posizione a supplichevoli richieste di chiarimenti. Eppure, il mantenimento dell’obbligo di ricetta avrebbe evitato tutte queste complicazioni. È opportuno ricordare che una ricetta medica ha valenza di documento ufficiale, strettamente legato alpaziente e quindi personale. Il medico normalmente prescrive un farmaco ad una persona conosciuta ed in sua presenza, dandogli opportuni ragguagli ed informazioni; riporta il nome (o codice fiscale) sulla ricetta, dando così una chiara indicazione di chi deve assumerlo. Nel rispetto della privacy, anche una diversa persona può recarsi in farmacia per l’acquisto con la ricetta medica, ma questo documento garantisce senza alcun dubbio quale sia l’utilizzatore finale. In alcune dichiarazioni è trapelato che l’AIFA, con la sua decisione, ha voluto tutelare la salute delle minorenni, poiché non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine e per somministrazioni ripetute. Non si capisce perché questa tutela non si debba estendere a tutte le donne. Infatti una paziente di diciassette anni deve presentare ricetta medica non ripetibile per ottenere il farmaco, evitando così la possibilità di riacquisto; al compimento del diciottesimo anno, la stessa, assumendosi la responsabilità di una decisione consapevole e libera, può acquistare un numero imprecisato di confezioni, ipotizzando che con la maggiore età possa conoscere le conseguenze a cui può andare incontro. Ma di queste neppure l’AIFA è a conoscenza. Quando si parla di tutela in ambito sanitario, in caso di possibili effetti secondari non completamente conosciuti, non ci può essere distinzione di età. Se non vi sono dati sufficienti per garantire la sicurezza di un farmaco per un uso ripetuto ed incontrollato, questo deve valere per tutti i pazienti, ovviamente con un occhio di riguardo per quelli più fragili, affetti da patologie specifiche: non certo la maggiore età fa ridurre i rischi. Solo attraverso la strada della corretta e completa informazione sarà possibile tutelare la donna. Speriamo che il Ministero della Salute abbia già sviluppato dei progetti in questo senso. Più realisticamente ci si limiterà ad inserire nel foglietto illustrativo o sulla confezione un’avvertenza in grassetto del tipo: “Evitare l’uso ripetuto. Non si conoscono gli effetti a lungo termine”. Una modalità simile a quella adottata per i pacchetti di sigarette, sui quali vi è scritto: “Il fumo uccide”. EllaOne è diventata a tutti gli effetti un SOP (come il paracetamolo in compresse!) e quindi è facile ipotizzare che possa essere venduta, presumibilmente solo per le pazienti maggiorenni, nelle parafarmacie , nei corner della grande distribuzione e nei siti di e-commerce di prossima istituzione. Non siamo ancora in grado di sapere con quali modalità. Sembra comunque difficile coniugare la tutela della donna ed il controllo sull’uso ripetuto, con questo chiaro tentativo di espandere il mercato dei contraccettivi d’emergenza. Si può agevolmente prevedere che questi farmaci, incentivati all’uso perché più facilmente reperibili in commercio dei contraccettivi tradizionali, andranno gradualmente soppiantando quest’ultimi, per i quali è ancora necessaria la prescrizione medica. Tutto ciò comporterà un acquisto ed una somministrazione incontrollata del medicinale, con conseguenze preoccupanti. Come si potrà evitare, infatti, l’aborto “fai da te”? L’assunzione di più pillole di EllaOne hanno un effetto abortivo paragonabile a quello della Ru486. Dopo la decisione dell’AIFA, reperire un certo numero di confezioni potrebbe risultare cosa molto semplice, ma non vi è modo di controllare l’uso che se ne vuol fare. Fino ad oggi gli aborti clandestini sono stati combattuti attraverso varie iniziative e progetti di prevenzione, ma presto si potrebbero incontrare nuove situazioni che sarà forse lecito definire “aborti domiciliari”.

Molti penseranno: “Se il farmaco è un SOP e quindi di comprovata sicurezza, un adulto può liberamente prendersi la responsabilità del suo utilizzo, senza scomodare il farmacista”. L’AIFA ha però puntualizzato che si tratta di un “medicinale non soggetto a prescrizione medica, ma non da banco (SOP)”, prevedendo quindi la presenza del farmacista ed il suo ruolo professionale attivo nella fase di dispensazione. Inoltre, nel suo documento del 4 dicembre 2014, l’EMA ha incluso alcune raccomandazioni sul compito che il farmacista deve svolgere nella nuova modalità di vendita senza ricetta dell’ulipristal. Ha previsto una fase di informazione e aggiornamento del farmacista, che dovrà seguire la paziente nella scelta consapevole e, in un secondo momento, accompagnarla nella corretta gestione di un metodo contraccettivo adatto, proprio per evitare il ripetersi frequente della somministrazione. Oggi questo è compito del medico, spesso del ginecologo, domani forse del farmacista, in una farmacia affollata, in spazi non sempre idonei per la privacy, con dei tempi ristretti dettati da impegni ed impedimenti tecnico-commerciali. Al momento non siamo a conoscenza se l’AIFA abbia previsto delle indicazioni professionali di questo tipo, ma non stupirebbe se presto uscissero delle circolari in proposito, poiché molto è stato recepito dalla documentazione europea.

Piuttosto complicata appare quindi la gestione e la vendita di questo farmaco in farmacia. Sicuramente vi saranno nuovi obblighi (verifica della maggiore età della paziente, verifica dell’identità del soggetto a cui è destinato il medicinale,…) che andranno ad aggravare la responsabilità del professionista, ma che dovranno essere chiariti in modo preciso. Da quanto è emerso in questa lunga disamina su alcune problematiche etico-professionali, è ragionevole domandarsi se il farmacista potrà da oggi dispensare a cuor leggero la “pillola dei 5 giorni dopo”, o avere dei dubbi, perplessità, timori e ripensamenti, come ogni uomo di fronte ad una scelta difficile ed incerta.

La situazione risulta ancor più delicata quando entra in gioco la propria coscienza, cosa che capita spesso nel rapporto del farmacista con il paziente-cliente. Difficile soffocarla, soprattutto se si seguono dei principi che hanno alla base il rispetto della vita, punto di riferimento anche del nostro vivere civile, fondamento di leggi e della stessa Costituzione. Nella quotidianità della professione è fondamentale la coerenza con questi principi cardine della nostra cultura, per non dimenticare che al centro della nostra opera vi è l’uomo. Nel parere espresso dal CSS del 10 marzo 2015, si legge testualmente: “secondo i meccanismi d’azione del farmaco e la letteratura ancora controversa, si ritiene di non poter escludere un’azione antinidatoria.” Viene altresì ritenuto, alla luce degli studi attuali, che gli effetti del farmaco su una gravidanza in atto non siano stati ancora sufficientemente chiariti dalla ricerca. Ciò significa che l’ulipristal acetato può agire dopo il concepimento, inibendo l’annidamento dell’ovulo fecondato nell’utero materno, impedendo così lo sviluppo embrionale. Ed inoltre, non può essere esclusa un’azione abortiva diretta in base al dosaggio: vi è una carenza di dati relativi alla fetotossicità e teratogenicità sugli umani, mentre sugli animali sono stati evidenziati possibili effetti abortivi. EMA ed AIFA, basandosi sugli stessi studi, sostengono posizioni antitetiche, dichiarando che lo stesso farmaco può evitare il concepimento come unica azione, minimizzando i potenziali effetti sul feto. A chi credere? Se esiste anche una sola possibilità che il farmaco sia in grado di interrompere una gravidanza o inibire lo sviluppo dell’embrione, perché impedire al farmacista di negare la dispensazione, come scelta libera che lo accomuna agli altri operatori sanitari? Va inoltre ricordato che in base a quanto affermato dal CSS, il farmaco è incompatibile con le leggi nazionali vigenti (Legge 405/1975 e Legge 194/1978). Allora, è lecito chiedersi quale legge e quali indicazioni deve applicare il professionista che si trova tra le mani questo medicinale: sicuramente la scelta più comoda sarà quella di non tenerlo in farmacia, ma i problemi etici rimarranno. Nello stesso parere del CSS viene anche sottolineata la contrarietà dell’Italia alla posizione espressa dall’EMA. All’interno del CHMP (Comitato per i Medicinali per Uso Umano) il rappresentante italiano si è posto in disaccordo con gli altri membri, non votando la decisione di liberalizzare la vendita del farmaco attraverso la cancellazione dell’obbligo della ricetta medica. Forse ci si poteva aspettare una maggiore coerenza e indipendenza da parte dell’AIFA, poiché nei casi come questo, gli Stati membri dell’Unione Europea non sono vincolati all’accettazione delle decisioni dell’EMA. Torniamo alla possibilità per il farmacista di negare per ragioni etiche e morali, in seguito a richiesta verbale, la consegna di EllaOne, ormai diventato un SOP. Seguiamo un semplice ragionamento. Spesso l’obiezione di coscienza viene considerata inapplicabile per l’obbligo vincolante inserito nell’art. 38 del Regio Decreto n. 1706 del 1938: è infatti previsto che il farmacista non può rifiutarsi di vendere le specialità di cui è provvisto e di spedire una ricetta firmata da un medico; per medicinali non presenti in farmacia, vi è l’obbligo di procurarli nel più breve tempo possibile. In realtà già alcune sentenze hanno considerato questa norma subordinata ad un’altra più importante, quella che sanziona l’interruzione di pubblico servizio: solo comprovando questa colpa, il professionista può essere rinviato a giudizio. EllaOne è stato classificato come SOP (senza obbligo di ricetta) e rientra quindi in una categoria venduta anche negli esercizi commerciali di cui all’art. 5 del D.L. 223/06 (convertito nella legge 248/06). Si deve sottolineare che per questi ultimi non vale l’articolo sopra citato, in quanto nella sua impostazione vi sono precisi riferimenti alle procedure di presa in carico di una ricetta medica (parafarmacie e corner dei supermercati non possono spedire ricette). Da ciò si deduce che i farmaci SOP e OTC non fanno parte di quelli annoverati nell’art.38 e quindi anche EllaOne rimane esclusa. Per quanto detto, il farmacista può, per ragioni etiche, morali od anche per semplice scelta commerciale, non tenere questo farmaco in farmacia e decidere di non venderlo. In caso contrario si dovrebbe supporre che soltanto farmacisti presenti in alcuni esercizi commerciali (parafarmacie) possano essere liberi di rifiutarne la dispensazione, cioè non avere alcun vincolo o obbligo normativo. Questa distinzione non è contemplata in alcun documento ufficiale e per di più è lesiva della dignità e libertà del professionista. L’Obiezione di Coscienza è un diritto con valenza universale che trova fondamento nella nostra Costituzione e che ha riferimento nei diritti inviolabili dell’uomo, come in passato è già stato dichiarato (pareri del Comitato Nazionale per la Bioetica, 25 febbraio 2011 e 30 luglio 2012). Lo stesso Codice Deontologico del Farmacista chiarisce la necessità di tutelare l’indipendenza del farmacista nel suo operato professionale, che deve svolgersi “conformemente ai principi etici e tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto della vita umana”, come previsto dall’art. 3. Ed è proprio questo rispetto per la vita, rafforzato dalle dichiarazioni autorevoli del CSS e di una parte della scienza, che può spingere il professionista ad astenersi nella dispensazione. ! Nell’esercizio della procreazione responsabile va tutelata la donna ed il prodotto del concepimento (Legge 405/75), escludendo implicitamente il ricorso a farmaci e sistemi post-concezionali o abortivi. In farmacia possono essere venduti solo farmaci anticoncezionali e non abortivi, quindi i farmacisti hanno il diritto di conoscere la reale definizione di “contraccettivo” e quali medicinali siano incompatibili con essa, facendo riferimento a studi scientifici finalmente chiari e inequivocabili. Se questo non è al momento possibile, qualunque professionista deve essere libero di esprimere il proprio parere e, basandosi anche sui dubbi e incongruenze, fare una scelta di comportamento secondo la propria coscienza. Si è voluto liberalizzare la vendita di un farmaco potenzialmente antinidatorio e con azione postconcepimento, ottenibile senza troppi controlli e del quale difficilmente si riuscirà a limitare gli abusi. Poiché il farmacista avrà sicuramente maggiori oneri e responsabilità, a maggior ragione deve essere libero in coscienza di dispensarlo o negarlo. Nelle scorse settimane alcuni giornalisti e commentatori hanno descritto la decisione dell’AIFA come una scelta di libertà e buon senso. Ma la libertà non è propria di alcune persone: la libertà è di tutti! ! È possibile trovare sul web documenti inerenti agli argomenti trattati. Per la lettura completa del parere espresso dal CSS, per approfondimenti e riferimenti scientifici, si rimanda al sito www.sipre.eu. !! Dr. Giorgio Falcon Vicepresidente Ordine dei Farmacisti di Venezia Vicepresidente Unione Cattolica Farmacisti Italiani !!!!! 20 maggio 2015 Integrazione aggiunta dopo le precisazioni del Ministero della Salute su nuove modalità di dispensazione del farmaco EllaOne (22/5/2015).

Sono giunte oggi, 22 maggio, le precisazioni da parte del Ministero della Salute sulle nuove metodiche di dispensazione del farmaco EllaOne. Nella circolare si legge che “attesa la complessità delle modalità di dispensazione, che come visto si articolano differentemente a seconda dell’età della donna che intende assumerlo, la vendita on line del medicinale in questione debba considerarsi vietata anche nell’accezione di medicinale SOP, per motivi di precauzione connessi alla tutela del diritto alla salute, essendo altamente complesso, per non dire quasi impossibile, nel caso di vendita on line accertare la maggiore età della donna utilizzatrice”. L’AIFA ha poi chiarito le modalità di dispensazione. Per le donne di età pari o superiore ai diciotto anni, il farmaco è dispensabile senza ricetta (SOP) nelle farmacie, nelle parafarmacie e nei corner dei supermercati, “previa esibizione di un documento d’identità, in corso di validità, che ne attesti la maggiore età. Può essere, altresì, dispensato ad altri soggetti maggiorenni (es. uomini) muniti di delega che, comunque, dovranno esibire copia del documento di identità, in corso di validità, della donna maggiorenne che intende assumere il medicinale”. EllaOne può essere invece dispensato soltanto nelle farmacie alle donne minorenni in seguito a presentazione della prescrizione medica da rinnovare volta per volta. Nel caso non si rechino di persona in farmacia, “il farmaco può essere dispensato ad altri soggetti muniti di delega, a condizione che gli stessi siano maggiorenni e forniscano, in originale, la prescrizione medica”. Il Ministero ammette la complessità delle modalità di dispensazione, ma non fa nulla per semplificarla. Infatti i “chiarimenti” introdotti rendono più difficile il ruolo del farmacista e le problematiche etico-professionali rimangono irrisolte. A prima vista sembra che le nuove indicazioni mirino a far assumere la totale responsabilità a chi si reca in farmacia per l’acquisto, ma anche per il professionista vi è un impegno ed un coinvolgimento non irrilevanti. Per motivi precauzionali legati alla tutela del diritto alla salute, EllaOne non può essere venduta nei siti di ecommerce per l’impossibilità di accertare la maggiore età della paziente. Ma in farmacia, com’è possibile verificare con certezza identità ed età dell’utilizzatrice, tutelando così il diritto alla salute? A ben vedere il Ministero ha cercato di porre alcuni “paletti” per indurre la paziente a recarsi di persona in farmacia. Ma chi assicura al farmacista che la persona che si presenta davanti sia realmente l’utilizzatrice o stia acquistando il farmaco per altra donna, magari minorenne? Come previsto, è stato introdotto l’obbligo di una delega scritta e firmata dall’utilizzatrice, che l’acquirente deve esibire accompagnando copia di un documento d’identità della paziente e documento personale, per comprovare l’età. Troppi documenti per un unico farmaco! Il farmacista si dovrà trasformare in un perito calligrafico per verificare la veridicità della delega ed in un pubblico funzionario per accertare l’identità e l’età dell’utilizzatrice. Ma chi potrà evitare la presentazione di delega e documento dell’amica compiacente o della nonna settantenne? Sarà semplice falsificare la firma su una dichiarazione di poche righe, priva di valore legale. Inoltre, come evitare il riacquisto e l’uso frequente del medicinale? Non è stato previsto alcun controllo sul numero di confezioni erogate e sulla frequenza d’acquisto. Nulla si è fatto per tutelare la donna, nemmeno se minorenne, poiché rimane elevata la facilità di frode nei confronti del farmacista. Tantomeno si è cercato di evitare l’uso del farmaco come abortivo. Chiunque può facilmente entrare in possesso di un certo numero di confezioni ed usarle in una nuova forma di aborto clandestino. Se in seguito all’assunzione del farmaco si verificano delle problematiche in una gravidanza in atto o effetti collaterali per un uso ripetuto, si potrà configurare una responsabilità giuridica per il farmacista e con quali conseguenze? Però il suo coinvolgimento non potrà essere di certo evitato. Risulta quindi evidente che i chiarimenti dell’AIFA non permettono di tutelare il professionista che non ha strumenti efficaci per effettuare le verifiche prescritte, sia in farmacia, che nelle paraframacie. Il suo compito sembra banale, ma come esperto del farmaco diventerà ultima difesa contro l’abuso e l’uso frequente di EllaOne: deve essere ricordato, infatti, che non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine per somministrazioni ripetute. Il Ministero non ha spiegato se nei casi dubbi il farmacista può negare il farmaco. Vista l’aumentata responsabilità del professionista, la sua impossibilità ad evitare i raggiri e l’assoluta mancanza di tutela, si ritiene doveroso affermare che al farmacista spetta, in scienza e coscienza, la possibilità di negare la vendita in tutti quei casi che per suo giudizio professionale non rientrino in determinati canoni di sicurezza o possano comportare situazioni truffaldine. A tale proposito si rammenta l’art.I del Giuramento del Farmacista: “Giuro di esercitare l’arte farmaceutica in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento, in scienza e coscienza e nel rigoroso rispetto delle leggi, dei regolamenti e delle norme di deontologia professionale”; ed inoltre l’art. 10, commi 2 e 4, del Codice Deontologico: “Il farmacista deve vigilare affinché non si realizzi un uso inappropriato o un abuso di medicinali o di altri prodotti che possano comportare alterazioni dell’equilibrio psico-fisico del paziente”; “Il farmacista, allorquando ne venga a conoscenza, ha il dovere di segnalare alla competente autorità i casi di abuso o uso non terapeutico di medicinali”. Anche se non è prevista per il farmacista una vera e propria clausola di coscienza, per la difficile e delicata situazione che si è venuta a creare, non può essere negata la possibilità di una scelta di coscienza da parte del professionista, che deve ritenersi libero di vendere o negare il farmaco in base ad una valutazione personale, che si fonda sulle proprie conoscenze scientifiche, sulle normative esistenti e su principi etico-morali. Questo appare chiaro dalle recentissime disposizioni ministeriali, che danno ampio margine di arbitrio, non garantendo alcuna certezza nella metodica introdotta e lasciando il farmacista solo, alle prese con problematiche mai incontrate prima.

Dr. Giorgio Falcon
Vicepresidente Ordine dei Farmacisti di Venezia
Vicepresidente Unione Cattolica Farmacisti Italiani

BENEDETTO XVI – UDIENZA GENERALE

Udienza generale del 7 ottobre 2009 di papà benedetto xvi relativa al conferimento a San giovanni Leonardi del titolo di patrono dei Farmacisti.

 

Piazza San Pietro
Mercoledì, 7 ottobre 2009

San Giovanni Leonardi

Cari fratelli e sorelle!

Dopodomani, 9 ottobre, si compiranno 400 anni dalla morte di san Giovanni Leonardi, fondatore dell’Ordine religioso dei Chierici Regolari della Madre di Dio, canonizzato il 17 aprile del 1938 ed eletto Patrono dei farmacisti in data 8 agosto 2006. Egli è anche ricordato per il grande anelito missionario. Insieme a Mons. Juan Bautista Vives e al gesuita Martin de Funes progettò e contribuì all’istituzione di una specifica Congregazione della Santa Sede per le missioni, quella di Propaganda Fide, e alla futura nascita del Collegio Urbano di Propaganda Fide, che nel corso dei secoli ha forgiato migliaia di sacerdoti, molti di essi martiri, per evangelizzare i popoli. Si tratta, pertanto, di una luminosa figura di sacerdote, che mi piace additare come esempio a tutti i presbiteri in questo Anno Sacerdotale. Morì nel 1609 per un’influenza contratta mentre stava prodigandosi nella cura di quanti, nel quartiere romano di Campitelli, erano stati colpiti dall’epidemia.

Giovanni Leonardi nacque nel 1541 a Diecimo in provincia di Lucca. Ultimo di sette fratelli, ebbe un’adolescenza scandita dai ritmi di fede vissuti in un nucleo familiare sano e laborioso, oltre che dall’assidua frequentazione di una bottega di aromi e di medicamenti del suo paese natale. A 17 anni il padre lo iscrisse ad un regolare corso di spezieria a Lucca, allo scopo di farne un futuro farmacista, anzi uno speziale, come allora si diceva. Per circa un decennio il giovane Giovanni Leonardi ne fu vigile e diligente frequentatore, ma quando, secondo le norme previste dall’antica Repubblica di Lucca, acquisì il riconoscimento ufficiale che lo avrebbe autorizzato ad aprire%Rؓ20una sua spezieria, egli cominciò a pensare se non fosse giunto il momento di realizzare un progetto che da sempre aveva in cuore. Dopo matura riflessione decise di avviarsi al sacerdozio. E così, lasciata la bottega dello speziale, ed acquisita un’adeguata formazione teologica, fu ordinato sacerdote e il giorno dell’Epifania del 1572 celebrò la prima Messa. Tuttavia non abbandonò la passione per la farmacopea, perché sentiva che la mediazione professionale di farmacista gli avrebbe permesso di realizzare appieno la sua vocazione, quella di trasmettere agli uomini, mediante una vita santa, “la medicina di Dio”, che è Gesù Cristo crocifisso e risorto, “misura di tutte le cose”.

Animato dalla convinzione che di tale medicina necessitano tutti gli esseri umani più di ogni altra cosa, san Giovanni Leonardi cercò di fare dell’incontro personale con Gesù Cristo la ragione fondamentale della propria esistenza. “È necessario ricominciare da Cristo”, amava ripetere molto spesso. Il primato di Cristo su tutto divenne per lui il concreto criterio di giudizio e di azione e il principio generatore della sua attività sacerdotale, che esercitò mentre era in atto un vasto e diffuso movimento di rinnovamento spirituale nella Chiesa, grazie alla fioritura di nuovi Istituti religiosi e alla testimonianza luminosa di santi come Carlo Borromeo, Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Giuseppe Calasanzio, Camillo de Lellis, Luigi Gonzaga. Con entusiasmo si dedicò all’apostolato tra i ragazzi mediante la Compagnia della Dottrina Cristiana, riunendo intorno a sé un gruppo di giovani con i quali, il primo settembre 1574, fondò la Congregazione dei Preti riformati della Beata Verginesuccessivamente chiamato Ordine dei Chierici Regolari della Madre di DioAi suoi discepoli raccomandava di avere “avanti gli occhi della mente solo l’onore, il servizio e la gloria di Cristo Gesù Crocifisso”, e, da buon farmacista abituato a dosare le pozioni grazie a un preciso riferimento, aggiungeva: “Un poco più levate i vostri cuori a Dio e con Lui misurate le cose”.

Mosso da zelo apostolico, nel maggio del 1605, inviò al Papa Paolo V appena eletto un Memoriale nel quale suggeriva i criteri di un autentico rinnovamento nella Chiesa. Osservando come sia “necessario che coloro che aspirano alla riforma dei costumi degli uomini cerchino specialmente, e per prima cosa, la gloria di Dio”, aggiungeva che essi devono risplendere “per l’integrità della vita e l’eccellenza dei costumi, così, più che costringere, attireranno dolcemente alla riforma”. Osservava inoltre che “chi vuole operare una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, un’attenta diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa per poter così essere in grado di prescrivere per ciascuno di essi il rimedio più appropriato”. E notava che “il rinnovamento della Chiesa deve verificarsi parimenti nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso. Deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi”. Fu per questo che, mentre sollecitava il Papa a promuovere una “riforma universale della Chiesa”, si preoccupava della formazione cristiana del popolo e specialmente dei fanciulli, da educare “fin dai primi anni… nella purezza della fede cristiana e nei santi costumi”.

Cari fratelli e sorelle, la luminosa figura di questo Santo invita i sacerdoti in primo luogo, e tutti i cristiani, a tendere costantemente alla “misura alta della vita cristiana” che è la santità, ciascuno naturalmente secondo il proprio stato. Soltanto infatti dalla fedeltà a Cristo può scaturire l’autentico rinnovamento ecclesiale. In quegli anni, nel passaggio culturale e sociale tra il secolo XVI e il secolo XVII, cominciarono a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea, caratterizzata da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l’illusione di una possibile e totale autonomia dell’uomo il quale sceglie di vivere “come se Dio non ci fosse”. E’ la crisi del pensiero moderno, che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo. Giovanni Leonardi intuì quale fosse la vera medicina per questi mali spirituali e la sintetizzò nell’espressione: “Cristo innanzitutto”, Cristo al centro del cuore, al centro della storia e del cosmo. E di Cristo – affermava con forza – l’umanità ha estremo bisogno, perché Lui è la nostra “misura”. Non c’è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza; non c’è male che non trovi in Lui rimedio, non c’è problema che in Lui non si risolva. “O Cristo o niente”! Ecco la sua ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale.

C’è un altro aspetto della spiritualità di san Giovanni Leonardi che mi piace sottolineare. In più circostanze ebbe a ribadire che l’incontro vivo con Cristo si realizza nella sua Chiesa, santa ma fragile, radicata nella storia e nel suo divenire a volte oscuro, dove grano e zizzania crescono insieme (cfr Mt 13,30), ma tuttavia sempre Sacramento di salvezza. Avendo lucida consapevolezza che la Chiesa è il campo di Dio (cfr Mt 13,24), non si scandalizzò delle sue umane debolezze. Per contrastare la zizzania scelse di essere buon grano: decise, cioè, di amare Cristo nella Chiesa e di contribuire a renderla sempre più segno trasparente di Lui. Con grande realismo vide la Chiesa, la sua fragilità umana, ma anche il suo essere “campo di Dio”, lo strumento di Dio per la salvezza dell’umanità. Non solo. Per amore di Cristo lavorò alacremente per purificare la Chiesa, per renderla più bella e santa. Capì che ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa. In questo, san Giovanni Leonardi è stato veramente straordinario e il suo esempio resta sempre attuale. Ogni riforma interessa certamente le strutture, ma in primo luogo deve incidere nel cuore dei credenti. Soltanto i santi, uomini e donne che si lasciano guidare dallo Spirito divino, pronti a compiere scelte radicali e coraggiose alla luce del Vangelo, rinnovano la Chiesa e contribuiscono, in maniera determinante, a costruire un mondo migliore.

Cari fratelli e sorelle, l’esistenza di san Giovanni Leonardi fu sempre illuminata dallo splendore del “Volto Santo” di Gesù, custodito e venerato nella Chiesa cattedrale di Lucca, diventato il simbolo eloquente e la sintesi indiscussa della fede che lo animava. Conquistato da Cristo come l’apostolo Paolo, egli additò ai suoi discepoli, e continua ad additare a tutti noi, l’ideale cristocentrico per il quale “bisogna denudarsi di ogni proprio interesse e solo il servizio di Dio riguardare”, avendo “avanti gli occhi della mente solo l’onore, il servizio e la gloria di Cristo Gesù Crocifisso”. Accanto al volto di Cristo, fissò lo sguardo sul volto materno di Maria. Colei che elesse Patrona del suo Ordine, fu per lui maestra, sorella, madre, ed egli sperimentò la sua costante protezione. L’esempio e l’intercessione di questo “affascinante uomo di Dio” siano, particolarmente in questo Anno Sacerdotale, richiamo e incoraggiamento per i sacerdoti e per tutti musically fans no human verification i cristiani a vivere con passione ed entusiasmo la propria vocazione.

Saluti:

Chers frères et soeurs,
Je salue avec joie les pèlerins francophones, spécialement les participants du Chapitre général des Frères Maristes des Ecoles et les membres de la Confédération des Chanoines Réguliers de saint Augustin à l’occasion du 50ème anniversaire de la fondation de la Confédération, ainsi que les pèlerins provenant de Belgique, du Bénin, du Canada, de Suisse et de France. Je vous invite à prier pour vos prêtres et, en ces jours du Synode, pour le cher continent africain. Que Dieu vous bénisse!

Dear Brothers and Sisters,
I offer a warm welcome to the English-speaking visitors at today’s Audience, including the Sisters and friends of the Congregation of Jesus and the Institute of the Blessed Virgin Mary, celebrating the four hundredth anniversary of their foundation by Mary Ward. My particular greetings go to the groups of faithful from Iraq, from the Archdiocese of Samoa-Apia, and to the Diaconate ordination candidates from the Pontifical North American College accompanied by their families and friends. Upon all of you I invoke God’s blessings of joy and peace!

Liebe Brüder und Schwestern!
Sehr herzlich grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache, besonders die vielen Jugendlichen und die Schwestern der Congregatio Jesu, die anläßlich ihres 400jährigen Kongregationsjubiläums nach Rom gekommen sind. Christus ist die Mitte unseres Lebens. Richten wir uns ganz auf ihn aus, dann werden wir Glück und Heil finden und können zur Erneuerung von Kirche und Welt mit beitragen. Der Herr segne euch alle.

Queridos hermanos y hermanas:
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los miembros de la Corte de Honor de la Virgen de los Desamparados, de Valencia; a los fieles de la Diócesis de Engativá, en Colombia, así como a los demás grupos procedentes de España, Argentina, México, Venezuela y otros países latinoamericanos. En este Año Sacerdotal, que el ejemplo y la intercesión de san Juan Leonardi estimulen a los pastores y a los laicos a vivir con fidelidad la vocación que les es propia. Muchas gracias.

A minha saudação amiga aos fiéis da arquidiocese de Porto Alegre e demais peregrinos de língua portuguesa! Viestes a Roma, onde há quatrocentos anos morreu São João Leonardo, vítima da caridade fraterna, contagiado ele mesmo pela epidemia cujos doentes tratava. A luminosa figura deste Santo convida todos os cristãos a transmitirem aos homens o verdadeiro «remédio de Deus», que é Jesus Cristo crucificado e ressuscitado. N’Ele vos abençôo, a vós e às vossas famílias.

Saluto in lingua polacca:

Drodzy pielgrzymi polscy! Serdecznie pozdrawiam każdego z was i waszych bliskich. Trwają obrady Synodu Biskupów dla Afryki. Proszę, byście razem ze mną polecali Matce Bożej Różańcowej to ważne wydarzenie. Niech przez posługę Kościoła mieszkańcy Afryki odnajdą drogi wiodące do pojednania, sprawiedliwości i pokoju. Życzę wszystkim ubogacenia duchowego pobytem w Rzymie. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

Traduzione italiana:

Cari pellegrini polacchi! Saluto cordialmente ognuno di voi e i vostri cari. Sono in corso i lavori del Sinodo per l’Africa. Unitevi a me nell’affidare alla Beata Maria Vergine del Rosario questo evento importante nella vita della Chiesa. Mediante il ministero della Chiesa gli abitanti dell’Africa ritrovino le vie che portano alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace. Auguro a tutti un arricchimento spirituale offerto a loro dal soggiorno a Roma. Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua ungherese:

Isten hozta a magyar híveket, különösen is azokat, akik Miskolcról és Győrből érkeztek.
Kérve a Rózsafüzér Királynője, a Magyarok Nagyasszonya közbenjárását, szívesen adom Rátok és családtagjaitokra apostoli áldásomat.
Dicsértessék a Jézus Krisztus!

Traduzione italiana:

Do un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua ungherese, specialmente a coloro che sono venuti da Miskolc e Győr. Chiedendo l’intercessione della Beata Vergine del Rosario, la Magna Domina Hungarorum, imparto volentieri la Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua ceca:

Srdečně zdravím členy českého náboženského střediska Velehrad, založeného služebníkem Božím, kardinálem Josefem Beranem.
Rád žehnám vám i vašim drahým! Chvála Kristu!

Traduzione italiana:

Un cordiale benvenuto ai membri del Centro Religioso Boemo Velehrad, fondato dal Servo di Dio, Cardinale Josef Beran.
Volentieri benedico voi e dragon city free gems 2017 i vostri cari! Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua slovacca:

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Nitry, Plavča a Púchova.
Bratia a sestry, Cirkev si dnes v liturgii pripomína Pannu Máriu Ružencovú. Podľa príkladu svätého Jána Apoštola prijmite ju aj vy do svojích domovov a dajte jej priestor vo vašom každodennom živote.
Všetkých vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana:

Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, in particolare a quelli provenienti da Nitra, Plaveč e Púchov.
Fratelli e sorelle, la Chiesa oggi fa memoria liturgica della Beata Maria Vergine del Rosario. Sull’esempio di San Giovanni Apostolo anche voi accogliete Maria nelle vostre case e fateLe spazio nella vostra esistenza quotidiana.
A tutti la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua croata:

Srdačno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a posebno iz župe Uzvišenja Svetoga Križa iz Siska te vjernike iz Hrvatske katoličke misije iz Züricha kao i djelatnike i polaznike Škole za medicinske sestre iz Zagreba. Želio bih, dragi prijatelji, da kroz ovaj mjesec listopad, posvećen našoj nebeskoj Majci – Blaženoj Djevici, molitva svete krunice bude vaš osobni i obiteljski susret s Bogom. Hvaljen Isus i Marija!

Traduzione italiana:

Saluto cordialmente i pellegrini croati, particolarmente quelli provenienti dalla parrocchia dell’Esaltazione della Santa Croce, in Sisak, i fedeli della Missione Cattolica Croata di Zurigo, come pure i docenti e gli studenti della Scuola per la preparazione delle infermiere di Zagabria. Auspico, cari amici, che, durante questo mese di ottobre, dedicato alla nostra Madre celeste – la Beata Vergine, la preghiera del santo rosario sia il vostro personale e familiare incontro con Dio. Siano lodati Gesù e Maria!

* * *

Rivolgo ora il mio cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare al Cardinale Ivan Dias, ai Collaboratori del Dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli e ai Superiori e Alunni del Pontificio Collegio Urbano di Propaganda Fide. Cari amici, la figura di san Giovanni Leonardi a cui voi siete legati, ispiri la vostra azione missionaria a servizio della Chiesa. Saluto i sacerdoti dei Pontifici Collegi San Pietro Apostolo e San Paolo Apostolo in Roma: a tutti auguro un proficuo anno accademico. Saluto i partecipanti al pellegrinaggio promosso dall’Ordine della Madre di Dio, in occasione delle celebrazioni conclusive del quarto centenario della morte del loro fondatore san Giovanni Leonardi. Saluto i sacerdoti, le religiose e i seminaristi dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e li incoraggio a proseguire nella loro adesione a Cristo e alla Chiesa. Saluto i rappresentanti dell’Associazione “Pianeta Down”, della Fondazione “Costruiamo il futuro” e i fedeli di Illegio. Saluto inoltre i Cavalieri del Ringraziamento di Roio (L’Aquila): alla Vergine Maria della Croce, venerata nel Santuario di Roio affido ancora una volta le attese e le speranze delle popolazioni colpite dal recente terremoto.

Rivolgo infine un cordiale saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Chiesa onora oggi la Beata Vergine del Rosario, memoria liturgica che mi offre l’opportunità di ribadire l’importanza della preghiera del Rosario, tanto cara anche ai miei venerati Predecessori. A voi, cari giovani, la raccomando perché vi aiuti a compiere la volontà di Dio e a trovare nel Cuore Immacolato di Maria un rifugio sicuro. Faccia sperimentare a voi, cari malati, il conforto della nostra Madre celeste, perché da Lei sorretti affrontiate i momenti della prova. Per voi, cari sposi novelli, la recita di questa preghiera costituisca l’appuntamento giornaliero della vostra famiglia che crescerà così, grazie all’intercessione di Maria, nell’unità e nella fedeltà al Vangelo.

 

© Copyright 2009 – Libreria Editrice Vati