Invito Celebrazione Eucaristica XXIV Giornata Mondiale del Malato

Presidente Uroda Vi invio l’invito alla Celebrazione Eucaristica per la XXIV Giornata Mondiale del Malato presieduta da S. Em. Cardinal Vicario Agostino Vallini che si terrà giovedì 11 febbraio alle ore 16.00 presso la Basilica di San Giovanni in Laterano.

Per coloro che possono venire, ci incontriamo dieci minuti prima direttamente all’ingresso.

È nata la sezione mantovana!

Abbiamo il piacere di comunicare a tutti che dal 13 gennaio 2016 grazie al dott. Rossi e al nostro assistente Nazionale Don Marco Belladelli è nata, anche nella città di Mantova una sezione dell’Unione Cattolica Farmacisti Italiani.

ucfi-mantova

Radio Vaticana

Come ogni anno anche il prossimo febbraio parteciperemo alla Santa Messa domenicale trasmessa dalla radio vaticana.
È un servizio che ormai ci proponiamo di offrire ogni anno ed è anche una testimonianza diretta della nostra fede di credenti e professionisti impegnati.
Tutti coloro che fossero interessati a partecipare una o più domeniche alla celebrazione possono inviarci la loro adesione rispondendo a questa mail o telefonando ai numeri di cellulare che vi riportiamo qui di seguito  3384443529 /  06.68300948 (giovedì mattina).

L’appuntamento è la domenica mattina alle nove all’ingresso della piazza del Sant’Uffizio sala Nervi, per motivi di sicurezza, puntualissimi per non perdere la navetta che ci porta nella sede interna della radio vaticana.
Vi aspettiamo numerosi e vi salutiamo con affetto.

Per coloro che lo desiderano si può attraversare insieme la PORTA SANTA.
Inoltre vi ricordiamo le celebrazioni della Candelora (1- 2 febbraio) presso la chiesa di Santa Maria in Campitelli ore 18 e 30.

FAMILY DAY 2016

In questi giorni è in corso in Italia un vivace dibattito sulle unioni civili ed in particolare su un aspetto riguardante la possibilità di adozione da parte di coppie dello stesso sesso, denominato “Stepchild-adoption”.

Nell’ambito di questo confronto, in linea con quanto espresso dal Presidente Nazionale DR. Uroda l’UCFI vuole promuovere ed incoraggiare la manifestazione a favore della famiglia, denominata “Family Day”, che si terrà sabato 30 GENNAIO dalle ore 14 presso il Circo Massimo.

L’appuntamento pertanto è alle ore 13,00  davanti AL Nobile Colegio via  in Miranda.

APPELLO URGENTE PER FERMARE LA LEGGE CIRINNA’

Il Disegno di legge sulle “unioni civili”è arrivato in Aula al Senato il 26 Gennaio. Dopo la resistenza di piazza, culturale e politica degli ultimi mesi che culminerà con il Family Day il 30 gennaio p.v. a Roma, occorre ora prepararsi a combattere anche in ginocchio, utilizzando l’arma potentissima della preghiera.
A Roma ci riuniremo venerdì 29 gennaio p.v.  in Santa Maria Maggiore per una veglia di preghiera organizzata dalla Chiesa.
I Farmacisti cattolici sono invitati a partecipare al Family Day a Roma sabato 30 gennaio e se non possono, sono invitati a pregare da soli e/o insieme ad altre persone. Sono utili anche i piccoli sacrifici personali offerti a Dio per fermare la legge Cirinnà e tutto ciò di negativo che essa comporta contro il bene dell’uomo e della famiglia secondo il piano di Dio. La mobilitazione per fermare la legge Cirinnà e tutto ciò che essa comporta non finisce adesso ma deve continuare e ci deve coinvolgere anche in futuro. Si prega chi può di rispondere a questo comunicato per confermare la propria partecipazione rendendo partecipi gli altri delle iniziative di preghiera intraprese.
Dott Piero Uroda Presidente Nazionale dei Farmacisti Cattolici.

Sintesi dell’incontro del 18 gennaio 2016 a Milano sul tema della difesa della vita in farmacia.

Il Prof Don Roberto Valeri, assistente spirituale dei Farmacisti Cattolici di Milano ha introdotto la riunione presentando una riflessione sugli aspetti etici della cosiddetta contraccezione d’emergenza, che in realtà comprende un secondo meccanismo di azione non dichiarato ma di cui non si può non tenere conto e cioè un effetto potenzialmente abortivo. Il magistero della Chiesa viene in aiuto ai farmacisti che si pongono l’interrogativo se è lecito vendere tale pillola o se è invece un dovere fare obiezione di coscienza  cercando di evitare di venderla, con la provvidenziale Dichiarazione della Dottrina della Fede dell’8 settembre 2008 a firma del Cardinale Levada, riportata nel documento preparatorio alla riunione, pubblicato qualche giorno fa su questo sito dal Prof Don Roberto Valeri. È chiaro che l’essere umano concepito ha tutta la dignità completa di una persona che va difesa . È importante considerare anche l’intenzione con la quale si assume la pillola del giorno dopo o del quinto giorno, che è certamente di evitare una sospetta gravidanza indesiderata. Come? Posticipando la data dell’ovulazione oppure nel caso non sia possibile perché il concepimento è già avvenuto impedendo l’annidamento del piccolo embrione, uccidendolo. L’intenzione prevede anche la possibilità di eliminare il nascituro e ciò è moralmente grave.

Alla fine della riflessione etica è intervenuta una nuova farmacista dell’Interland di Milano, che ha posto vari interrogativi etici sulla vendita della Ellaone in una farmacia grossa, dove lavorano diversi farmacisti tutti non obiettori compreso il titolare. Fino a quando la vendita era su ricetta medica si poteva scaricare la responsabilità sul medico prescrittore, ha dichiarato la dottoressa, e sia pure con riluttanza, venderla su ricetta medica , cercando di dare l’informazione corretta sul farmaco, come suggerito da un sacerdote. Adesso però che la pillola è SOP cioè vendibile ai maggiorenni senza ricetta medica, il farmacista si sente investito del carico della responsabilità della vendita di una pillola potenzialmente abortiva e ciò è troppo grave e richiede di valutare la possibilità di poter fare l’obiezione di coscienza.
Mentre l’obiezione di coscienza per un titolare è facile, non lo è per un dipendente quando il titolare è a favore della distribuzione del farmaco potenzialmente abortivo. Come fare a ottenere la possibilità di essere esentati dal vendere la pillola in tale situazione senza correre il rischio di perdere il posto di lavoro?
Al momento si è consigliato di prendere visione degli articoli pubblicati sul sito www.farmacisticattolici.it per quanto riguarda gli aspetti etici e anche delle reviews che  si trovano in Internet per quanto riguarda la parte scientifica del Dott Bruno Mozzanega, Puccetti e altri autori. Questo permette di farsi un quadro e di acquisire delle conoscenze atte a consolidare la propria convinzione di non vendere tale pillola e di poter poi eventualmente essere in grado con sicurezza di chiedere un colloquio col proprio titolare per chiedergli di poter essere esonerati dal venderla.
Al termine della riunione si è ritenuto che la disamina dell’argomento non fosse stata sviscerata in modo esaustivo e pertanto si è deciso di dedicare anche la prossima riunione allo stesso argomento.

In piazza per difendere la famiglia e i diritti dei bambini

domenica 30 gennaio ci sarà il ritorno in piazza a Roma per difendere la famiglia e i diritti dei bambini

L’appuntamento è per sabato 30 gennaio 2016 in piazza San Giovanni a Roma, a partire dalle ore 10.00.
Sarei lieto di essere insieme a molti di voi a questa importante occasione.
Per incontrarci ci potremmo vedere presso la Scala Santa alle 9:30
Vi prego di segnalarmi la vostra disponibilità perchè possa preparare il materiale per chi interviene.
Sarebbe bello avere tutti il camice.
Mi raccomando: VINCETE LA PIGRIZIA!

Farmaci al supermarket? Come in Nepal o Nigeria

di Carmen Peña* – da “Il Giornale” Mer, 20/01/2016 – 06:00

Pubblichiamo ampi stralci della lettera che il presidente della Federazione internazionale del farmaco Carmen Peña ha scritto al governo dopo l’ipotesi di vendere i farmaci con ricetta medica anche al supermercato.

Abbiamo avuto notizia che nuove disposizioni legislative sono in procinto di essere esaminate al Senato italiano relativamente alla possibile vendita di farmaci con obbligo di ricetta medica, ma non rimborsabili dallo Stato, nei corner dei supermercati e nelle parafarmacie. (…) Le proposte attualmente in discussione in Italia andrebbero contro il basilare principio di gradualità nell’intervento terapeutico da parte sia del medico che del farmacista. Inoltre le farmacie sono l’unica struttura che permette ai farmacisti di avere a disposizione un quadro completo di tutti i farmaci assunti dal paziente. Altri esercizi non sono soggetti agli stessi doveri etici e professionali sui farmaci per i quali sussiste una particolare sensibilità sul piano etico. Secondo un recente studio Fip solo in cinque Paesi (su un universo di 71) è possibile vendere questo tipo di farmaci nelle drogherie o nelle parafarmacie: Bolivia, Colombia, Etiopia, Nepal e Nigeria. Noi crediamo che questa modifica normativa possa rappresentare, per la sicurezza dei pazienti e la bontà del risultato terapeutico, una minaccia tale da generare, nel lungo periodo, ulteriori problemi sanitari (a causa di un uso non ottimale del farmaco) e costi addizionali per l’intero sistema sanitario. Auspichiamo un consolidamento della posizione e dei servizi offerti dalle farmacie all’intero sistema sanitario, grazie ad un miglior uso della competenza professionale e all’implementazione e alla fornitura ai pazienti di servizi sanitari aggiuntivi. Le farmacie aperte al pubblico sono strutture sanitarie e la loro completa integrazione all’interno del sistema sanitario porta a notevoli benefici per l’intera popolazione. Supermercati e parafarmacie seguono principi e obiettivi fondamentali del tutto differenti e difficilmente possono essere considerati come partner nella definizione e nella realizzazione di politiche sanitarie. La normativa sulla concorrenza e le politiche economiche non devono offuscare il ben più alto valore di standard e pratiche professionali capaci di assicurare e promuovere la salute della popolazione. Siamo fiduciosi che i decisori politici italiani saranno sensibili al preminente valore sociale della salute e posizioneranno gli interessi e la sicurezza dei pazienti ben prima rispetto a meri interessi economici e a risultati di breve termine.

*presidente Fip

Radio Vaticana

Carissimi colleghi,
prima di tutto un augurio di un sereno 2016 in buona salute,
come ogni anno anche il prossimo febbraio parteciperemo alla Santa Messa domenicale trasmessa dalla radio vaticana.
È un servizio che ormai ci proponiamo di offrire ogni anno ed è anche una testimonianza diretta della nostra fede di credenti e professionisti impegnati.
Tutti coloro che fossero interessati a partecipare  una o più domeniche alla celebrazione possono inviarci la loro adesione rispondendo a questa mail o telefonando ai numeri  che vi riportiamo qui di seguito  3384443529 o   06.68300948 (giovedì mattina).
L’appuntamento è la domenica mattina alle nove a Piazza Pia puntualissimi per non perdere la navetta che ci porta nella sede interna della radio vaticana.

Vi aspettiamo numerosi

Brevi riflessioni sulla probabile decisione di AIFA in merito alla “pillola del giorno dopo” o dei “giorni dopo”

Ciascuno di noi conosce, a livello di ragione illuminato dalla fede, che l’uomo è irriducibile alla parte materiale. La ragione stessa mostra la pertinenza del termine “persona” nella quale riconosciamo il significato più vero e profondo con il quale pronunciare l’irriducibilità dell’uomo ad aspetti meramente materialistici.

Da Aristotele a S.Tommaso, da Pascal a Maritain fino ai nostri giorni l’uomo ha ricercato una completezza di definizione del “se” che a ben vedere in Cristo trova la sua espressione più vera e alta. Come ebbe modo di offrire la riflessione Conciliare “in Cristo si svela il mistero dell’uomo” (Gaudium et Spes, 22) veramente sentiamo che la ragione, che ogni definizione tentata sul mistero dell’uomo viene approfondita e dilatata dal riferimento a Cristo che la nostra fede ci permette di comprenderlo come vero Dio ma anche come vero Uomo. Egli è veramente quello che la ragione ha indagato e cercato.

Mi piace allora ricordare qui la definizione che la bella e provvidenziale Dichiarazione della Dottrina della Fede, dell’8 settembre 2008 a firma del Cardinale Levada, a cui ogni cristiano è chiamato a tenere in considerazione in campo etico o più diffusamente morale: essa ci richiama al metodo con cui offrire il nostro contributo di cristiani e credenti e vale la pena di ricordarcelo attraverso la rilettura di alcuni numeri della Dichiarazione:

  1. Negli ultimi decenni le scienze mediche hanno sviluppato in modo considerevole le loro conoscenze sulla vita umana negli stadi iniziali della sua esistenza. Esse sono giunte a conoscere meglio le strutture biologiche dell’uomo e il processo della sua generazione. Questi sviluppi sono certamente positivi e meritano di essere sostenuti, quando servono a superare o a correggere patologie e concorrono a ristabilire il normale svolgimento dei processi generativi. Essi sono invece negativi, e pertanto non si possono condividere, quando implicano la soppressione di esseri umani o usano mezzi che ledono la dignità della persona oppure sono adottati per finalità contrarie al bene integrale dell’uomo.

Il corpo di un essere umano, fin dai suoi primi stadi di esistenza, non è mai riducibile all’insieme delle sue cellule. Il corpo embrionale si sviluppa progressivamente secondo un “programma” ben definito e con un proprio fine che si manifesta con la nascita di ogni bambino.

Giova qui richiamare il criterio etico fondamentale espresso nell’Istruzione Donum vitae per valutare tutte le questioni morali che si pongono in relazione agli interventi sull’embrione umano: «Il frutto della generazione umana dal primo momento della sua esistenza, e cioè a partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità corporale e spirituale. L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita».

  1. 5. Quest’affermazione di carattere etico, riconoscibile come vera e conforme alla legge morale naturale dalla stessa ragione, dovrebbe essere alla base di ogni ordinamento giuridico. Essa suppone, infatti, una verità di carattere ontologico, in forza di quanto la suddetta Istruzione ha evidenziato, a partire da solide conoscenze scientifiche, circa la continuità dello sviluppo dell’essere umano.

Se l’Istruzione Donum vitae non ha definito che l’embrione è persona, per non impegnarsi espressamente su un’affermazione d’indole filosofica, ha rilevato tuttavia che esiste un nesso intrinseco tra la dimensione ontologica e il valore specifico di ogni essere umano. Anche se la presenza di un’anima spirituale non può essere rilevata dall’osservazione di nessun dato sperimentale, sono le stesse conclusioni della scienza sull’embrione umano a fornire «un’indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza personale fin da questo primo comparire di una vita umana: come un individuo umano non sarebbe una persona umana?». La realtà dell’essere umano, infatti, per tutto il corso della sua vita, prima e dopo la nascita, non consente di affermare né un cambiamento di natura né una gradualità di valore morale, poiché possiede una piena qualificazione antropologica ed etica. L’embrione umano, quindi, ha fin dall’inizio la dignità propria della persona.

E poi ancora in modo più specifico:

  1. 23. Accanto ai mezzi contraccettivi propriamente detti, che impediscono il concepimento a seguito di un atto sessuale, esistono altri mezzi tecnici che agiscono dopo la fecondazione, quando l’embrione è già costituito, prima o dopo l’impianto in utero. Queste tecniche sono intercettive, se intercettano l’embrione prima del suo impianto nell’utero materno, e contragestative, se provocano l’eliminazione dell’embrione appena impiantato.

Per favorire la diffusione dei mezzi intercettivi, si afferma talvolta che il loro meccanismo di azione non sarebbe sufficientemente conosciuto. È vero che non sempre si dispone di una conoscenza completa del meccanismo di azione dei diversi farmaci usati, ma gli studi sperimentali dimostrano che l’effetto di impedire l’impianto è certamente presente, anche se questo non significa che gli intercettivi provochino un aborto ogni volta che vengono assunti, anche perché non sempre dopo il rapporto sessuale avviene la fecondazione. Si deve notare, tuttavia, che in colui che vuol impedire l’impianto di un embrione eventualmente concepito, e pertanto chiede o prescrive tali farmaci, l’intenzionalità abortiva è generalmente presente.

Quando si constata un ritardo mestruale, si ricorre talora alla contragestazione, che viene praticata abitualmente entro una o due settimane dopo la constatazione del ritardo. Lo scopo dichiarato è quello di far ricomparire la mestruazione, ma in realtà si tratta dell’aborto di un embrione appena annidato.

Come si sa, l’aborto «è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita. Pertanto l’uso dei mezzi di intercezione e di contragestazione rientra nel peccato di aborto ed è gravemente immorale. Inoltre, qualora si raggiunga la certezza di aver realizzato l’aborto, secondo il diritto canonico, vi sono delle gravi conseguenze penali

Certamente come credenti siamo richiamati a vigilare e a prendere posizione con il coraggio e l’audacia di coloro che vogliono con tutti i modi possibili rendere ragione della speranza che ci è stata donata (1Pt 3,15)

 

Don Roberto dr. Valeri (assistente UCFI Milano)