ATTIVITÀ UCFI MILANO 2022 – 2023

Nell’orizzonte di una riflessione per uscire dalla crisi attuale, si è pensato di andare a vedere come si è affermato il cristianesimo nei primi secoli in un contesto avverso.
La sezione UCFI di Milano in tre incontri dall’inizio dell’anno sociale ha “sviscerato ” un libro del Prof L. Lugaresi, suggerito dal Dott Don Robero Valeri, “Vivere da cristiani in un mondo non cristiano” a cui hanno dato un contributo, in tre momenti distinti i colleghi Eugenia Crivelli, Piercarlo Villa e Maria Teresa Riccaboni.
Tutto ciò per mettere a fuoco la tematica della Testimonianza soprattutto in quella forma plastica che è il bancone della Farmacia che è quel luogo in cui ciascuno di noi, può rendere ragione della propria Speranza (1Pt 3), anche se il mondo vorrebbe che l’audacia dell’essere cristiani come nei primi secoli non ci fosse. La difficoltà oggi di poter testimoniare la Fede è legata al convincimento generale che vorrebbe relegare la nostra Fede a qualche cosa di intimistico, non manifestabile in pubblico, ma la nostra Fede è legata a un Fatto e questo Fatto è legato con l’agire, con il pensiero, con la progettualità e questo disturba tantissimo.
Nel primo incontro si sono trattati i primi capitoli che ricordano che i primi cristiani non erano nati come cristiani e erano cresciuti in un mondo in cui nessuno parlava di Cristo, erano isolati e in piccoli gruppi e però sapevano che in altre Città c’erano altri piccoli gruppi di cristiani con i quali non avevano contatti e le scritture erano in mano soltanto ai capi perché quasi nessuno sapeva leggere. Il mondo esterno ignorava i cristiani fino a che nel 64 dc la gente cominciava a odiare i Cristiani e li accusava di crimini contro l’umanità e così via fino al terzo secolo, senza che non ci fosse alcun proselitismo, ma al contrario i cristiani solo con la loro testimonianza continuavano a aumentare. Il compianto Papa Ratzinger da giovane scriveva che in futuro la Chiesa ritornerà a essere piccola e non si occuperà di politica, però sarà l’unica a dare la Speranza di vita oltre alla morte. I gruppi minoritari si possono compenetrare in tre modi o assimilarsi al pensiero comune ma alla lunga vengono assorbiti o non perdono la propria identità e accentuano le diversità isolandosi, o infine cercare di vivere integrandosi nel mondo pur non condividendo la mentalità del mondo. I Cristiani, gruppo minoritario nei primi secoli, hanno scelto la terza via e quindi sono rimasti nel mondo ma non sono del mondo (lettera a Diogneto) e si comportavano come lievito nella massa.
L’esercizio della Crisis che è il giudizio non distaccato ma con il coinvolgimento personale di chi giudica e poi della Kresis che è l’uso di ciò che la Crisis ha trovato di buono nella realtà, per applicarlo alla realtà, è un fattore che è determinante per la sopravvivenza e per la espansione di un gruppo minoritario di esigue dimensioni in una realtà sociale estranea e ostile. Molti esempi di tale esercizio Crisis e Kresis sono stati riportanti nel testo di Lugaresi, nell’ambito del diritto, della scuola, dell’economia e dello spettacolo.
Per quanto riguarda l’ambito nel campo della GIUSTIZIA ci sono ampie analogie con la situazione attuale in una società sempre più scristianizzata le leggi diventano sempre più incompatibili con il cristianesimo, sorda ostilità con il principio dell’obiezione di coscienza e la deriva di inviare al Giudice Penale la definizione giuridica di bene e di male. E questo prefigura la possibilità futura di essere perseguiti solo se ci si comporta da cristiani. Al di sopra della verità giuridica c’è sempre la Verità con la V maiuscola superiore nella primissima fase delle comunità cristiane. I rapporti con il sistema giuridico romano non sono particolarmente conflittuali come è dimostrato dall’esperienza di San Paolo che, arrestato varie volte fa leva sul diritto romano per liberarsi. Anche se, poi, a Corinzi, propone di dirimere le controversie tra cristiani a un arbitrato intra ecclesiale basato su criteri diversi della giustizia civile. Ai funzionari della giustizia romana interessava solamente il mantenimento dell’ordine pubblico e non era ispirato da un “odium fidei” e teso solamente a evitare conflitti.
Poi per quanto riguarda l’ambito della SCUOLA viene ricordato quanto Tertulliano aveva indicato evitando l’insegnamento che avrebbe obbligato a aderire a valori e credenze religiose non compatibili con il cristianesimo. Mentre lo studente poteva prendere solo gli insegnamenti tecnici delle materie scolastiche separandoli dalla loro matrice ideologica. Seguire la scuola era necessario ma con il tempo si rese necessario seguire un insegnamento interno e nel terzo secolo emersero figure elevate intellettualmente come Clemente Alessandrino e Origene. Nei primi secoli c’era tendenza a mantenere separata la scuola profana dalla catechesi.

Proseguendo nella disanima della ECONOMIA si osserva che la cura del mondo intesa come una buona amministrazione della casa comune è per il cristiano la sua vocazione primaria. Il Cristianesimo è di Dio che ama il mondo e l’uomo da lui creati. Nell ’uomo tutto il creato diviene cosciente del rapporto costitutivo con Dio che lo fa esistere. Dio ama di un amore gratuito fino a incarnarsi nel Figlio, a morire e a risorgere per la salvezza degli uomini, dunque Dio ci tiene a noi e al mondo. Oggi si afferma l’antropocentrismo, l’uomo al centro di tutto in cui l’uomo arriva a porsi sullo stesso piano di Dio fino a chiedere conto a Dio del male nel mondo fino a porsi la domanda “dove era Dio a Auschwitz?” Recuperando il senso di Dio che si prende cura dell’uomo e del mondo si può apprezzare la parola di Economia come amministrazione della casa. Dio esercita continuamente un piano di azione salvifica e provvidenziale del mondo tramite interventi concreti e cioè una economia divina trinitaria nel suo intimo rapporto con la creazione. Il cristianesimo non è un culto ma esiste per supportare il mondo. Il concetto del non preoccuparsi di come mangeremo o di come vestiremo domani deve essere letto alla luce della potenza economica del Padre che provvede ai Figli e tale potenza traspare nei miracoli. I primi cristiani avevano ogni cosa in comune. I convertiti vendevano i beni e mettevano in comunione con i membri della comunità i ricavati delle vendite e non era il Comunismo di Marx. Si nota che in questo modello si parla solo di consumo e non di lavoro e di condivisione della ricchezza da spartire. Presto ci si rende conto che i presbiteri non possono evangelizzare e nel contempo gestire le mense e si decide pertanto di dividere gli incarichi in soggetti di pari dignità. Il compito principale degli Apostoli è quello di diffondere la Parola di Dio e curare le anime e quindi ci sono diaconati separati e di pari dignità. Superata la fase iniziale si evangelizza e si lavora contemporaneamente e anche si inculca il dovere dell’elemosina, il fatto di vendere e di mettere in compartecipazione viene poi sostituito dal dovere di fare l’elemosina. In particolare Paolo mette in risalto che chiunque ha il dovere di non pesare sugli altri e di lavorare mettendo a frutto le proprie capacità. Paolo stesso da l’esempio lavorando le tende e acconciando il cuoio e poi di attendere al suo ministero di evangelizzatore. Tuttavia chi deve predicare ha diritto al suo sostentamento. Con la prima colletta si mandano aiuti alla Giudea in preda a una carestia. Da quel momento la colletta diviene istituzionalizzata, nel fare ciò Paolo si era ispirato alla tassa del tempio di Gerusalemme con la differenza che la tassa del Tempio era destinata per le opere di culto del Tempio di Gerusalemme, mentre l’elemosina è destinata a sostenere i poveri: cambia la destinazione d’uso. Dare per i poveri significa collaborare con l’Economia di Dio che si fa povero per far ricchi gli uomini. Quindi l’economia cristiana trova i due pilastri nella carità e nel lavoro. All’inizio i romani si lamentavano per la riduzione degli incassi a causa della riduzione della rendita per la vendita delle carni per i sacrifici in quanto i cristiani si astenevano dal fare i sacrifici e per la diminuzione alla partecipazione agli spettacoli. Il cristiano che formula dei giudizi seleziona anche i consumi da fare. Il fatto ad esempio di non partecipare agli spettacoli perché erano indegni e immorali. A giudizio della società romana i cristiani pagavano regolarmente i tributi e si comportavano bene.
Infine per quanto riguarda la parte riguardante gli SPETTACOLI troviamo argomenti trattati da Tertulliano, Novanziano, Agostino e Giovanni Crisostomo. La Chiesa dai primi secoli ha condannato la partecipazione dei cristiani ai ludi chiedendo a loro di astenersi dai ludi. Per i Padri nei ludi non c’è niente da salvare o recuperare a un giusto uso cristiano come era stato fatto in altri ambiti come della Giustizia e della Scuola. Il cristiano deve astenersi a partecipare ai ludi per non essere contaminato. I ludi venivano svolti quasi ogni giorno nelle varie città dell’Impero romano e avevano una funzione sociale culturale e ideologica anche per tenere soggiogato il popolo della Roma imperiale. Ovviamente gli attori venivano considerati di secondo livello e di diversa provenienza e per partecipare ai ludi si doveva pagare e il pagare era una fonte di guadagno per l’Impero. San Basilio di Cesarea vede nella immoralità e nell’idolatria la condanna dei ludi e quindi sussiste un parallelismo tra la situazione di allora e quella di oggi con la televisione in casa e i social che non permettono di avere momenti di silenzio e trasmettono una molteplicità di idee spesso contrarie ai valori cristiani. I giochi ludici sono considerati come una realtà adulterata dal Nemico e non devono essere considerati come opera della creazione. Il cristianesimo non può venire a patti. L’attore per il cristiano è una persona, mentre per l’Impero romano gli attori erano degli inferiori. Nella postfazione di Mons. M. Camisasca si ricorda il tempo di oggi con tutte le sue contraddizioni. Sebbene i tempi di oggi siano molto diversi occorre fare una approfondita riflessione su molte cose per poter dire la nostra come cristiani su varie questioni di oggi. La lettura di questo testo serve a stimolare il cristiano di oggi a essere parte attiva nella Crisis e della Kresis per favorire sempre una nuova fondazione del cristianesimo nel tempo attuale.

Assemblea nazionale elettiva

Nei giorni di Sabato 20 e Domenica 21 Maggio prossimi si svolgerà a Roma, presso la Domus Romana Sacerdotali (DRS) in via Trasportina 18, l’Assemblea nazionale dell’UCFI per il rinnovo delle cariche sociali, da tempo in proroga a causa del protrarsi della pandemia.

Sarà anche l’occasione per ricordare insieme e con immutato affetto il nostro ultimo presidente, il dott. Piero Uroda, deceduto nell’Ottobre scorso, e tutti gli Amici scomparsi in questi ultimi tempi.

PROGRAMMA DI SABATO 20 MAGGIO

  • Ore 15.00 Accoglienza in via Taspontina 18
  • Ore 15.30 Preghiera e riflessione dell’Assistente nazionale, don Marco Belladelli
  • Ore 16.00 Relazione morale del Segretario Nazionale, dott. Giuseppe Fattori
  • Ore 16.30 Relazione economica-bilancio UCFI, dr.ssa Carmen Mosca
  • Ore 17.00 Dibattito e confronto in Assemblea
  • Ore 18.00 Conclusioni
  • Ore 20.00 Cena sociale offerta dall’UCFI Nazionale, presso la DRS.

PROGRAMMA DI DOMENICA 21 MAGGIO

  • Ore 09.30 Accoglienza
  • Ore 09.45 Preghiera del mattino
  • Ore 10.00 ASSEMBLEA ELETTIVA
  • Ore 12.00 Santa Messa
  • Ore 13.00 Pranzo presso la DRS (libero)

Per il pernottamento ciascuno dovrà provvedere personalmente.
Nella libertà di figli di Dio, si propone:

  1. DOMUS ROMANA SACERDOTALIS, via Taspontina 18, tel. 06 698941
  2. CASA SANTO SPIRITO, Borgo Santo Spirito 41, tel. 06 6861076
  3. ISTITUTO MARIA SS. BAMBINA, via Paolo VI, tel. 06 69893511

Richiesta conferma di partecipazione alla mail: ucfi.roma@libero.it

I responsabili dei gruppi sono pregati di regolarizzare le iscrizioni 2023 entro sabato 20 maggio 2023, facendo riferimento alla segretaria del gruppo di Roma, dr.ssa Carmen Mosca

Il Segretario Nazionale
Dott. Giuseppe Fattori

27 marzo S. Messa Battistero di S. Giovanni

Cari colleghi
vi ricordo la Santa Messa che sarà celebrata da Don Marco Belladelli

lunedì 27 marzo presso il Battistero di S.Giovanni alle ore 20:30,

vi aspettiamo numerosi per augurare a tutti una Santa Pasqua

LA SEZIONE UCFI DI MILANO RICORDA LA FIGURA DEL DOTT PIERO URODA



Il 06 Ottobre è ritornato alla casa del Padre il nostro Presidente, il Dott Piero Uroda, dopo una lunga malattia che lo ha visto assente per molto tempo.
Dopo il Dott Mottironi, abbiamo avuto come Presidente UCFI il Dott Piero Uroda dal 1994 al 2021, 27 anni, durante i quali ha saputo guidare con competenza e saggezza l’associazione in un contesto dal punto di vista etico e morale sempre più avverso ai nostri valori cristiani, con particolare riferimento alla difesa della vita umana dal concepimento alla sua morte naturale che è stato il principale argomento che lo ha impegnato fino allo spasimo delle sue possibilità.
Numerosi sono stati gli incontri e i convegni organizzati dal Dott Piero Uroda a livello nazionale ed internazionale, per tenere sempre uniti e aggiornati i suoi iscritti. Memorabile è stato il Convegno a Poznam in Polonia, nel 2009, che ancora oggi viene ricordato. A Poznan nel 2009 il Dott Piero Uroda è stato eletto Presidente dell’Associazione Internazionale dei farmacisti cattolici (FIPC) e ha mantenuto l’incarico per due mandati di 4 anni.
Il Dott Piero Uroda era solito organizzare incontri e convegni nelle varie parti d’Italia allo scopo di favorire la partecipazione di tutti e di promuovere l’ideale cristiano nel lavoro del farmacista. Al centro del sua missione c’era la preghiera come fondamento delle attività lavorative e non lavorative della giornata. Il Dott Piero Uroda ha sempre cercato di dirci che il Farmacista Cattolico deve essere prima un buon cristiano nella pratica della preghiera e della carità, per poter poi diventare anche un buon Farmacista Cattolico nel suo lavoro. Invitava quindi alla lettura del Vangelo, alla recita del Santo Rosario quotidiano e alla lettura di libri spirituali quali ” L’Imitazione di Cristo” che era sempre a disposizione nella sua tasca e anche nel baule della sua macchina per regalarlo.
In occasione della nomina di San Leonardi come Patrono dei Farmacisti Cattolici il Dott Piero Uroda ha composto la Preghiera del farmacista cattolico che è pubblicata in questo sito e resa disponibile nella immaginetta di Gesù Farmacista che viene distribuita nei convegni UCFI.
Il Dott Piero Uroda ha sempre accolto tutti con affetto e ha sempre saputo tirar fuori da ciascuno il meglio cercando di coinvolgerli nell’azione associativa: cercare farmacisti che condividono l’ideale cristiano, formare dei piccoli gruppi e al raggiungimento di almeno 10 colleghi presentarsi al vescovo della propria diocesi  per richiedere un assistente spirituale e poi fondare la sezione diocesana del luogo; nel caso non fosse stato possibile avere una sezione UCFI diocesana ha incoraggiato il formarsi di gruppi inter diocesani e cioè regionali.
Anche la pazienza, la calma e la fermezza sui principi hanno caratterizzato l’operato del dott Piero Uroda.
La Sezione UCFI di Milano compiange il caro Presidente nazionale , il Dott Piero Uroda. Milano si affida alla Misericordia di Dio perchè lo accolga nel Suo Regno e ciascuno di noi lo raccomanda al Padre nelle sue personali preghiere. Non potendo essere presenti alle sue esequie assicuriamo la celebrazione di una Santa Messa in Suo suffragio che verrà celebrata dal Dott Don Roberto Valeri (Assistente Spirituale della sezione Diocesana di Milano dell’UCFI) a Vimercate (MI) Domenica 16 ottobre 2022 alle ore 18,00 nella Antica Collegiata di Santo Stefano, Piazza Santo Stefano.
Rivolgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia del Dott Piero Uroda ed in particolare alla moglie Piera e alla figlia Martina.

In ricordo di Piero Uroda

 

Roma 7 ottobre 2022

Cari colleghi,
ieri è venuto a mancare il nostro amato Presidente dott. Piero Uroda,

per chi desidera partecipare il funerale sarà celebrato domani sabato 8 ottobre alle ore 15 presso la Parrocchia di Sant’Agostino di Roma.

Un telegramma di partecipazione si può inviare presso la sede UCFI via della Conciliazione 10, 00193 Roma.

Siamo tutti vicini con l’affetto e la preghiera alla famiglia e a tutti quanti lo piangono.

la segreteria UCFI

SINTESI RIUNIONE UCFI DEL 19.09.2022

Dopo le ferie abbiamo ripreso gli incontri UCFI presso la sala offerta dall’Associazione Lombarda Titolari di Farmacia in Viale Piceno 18 a Milano, al secondo piano.
Dopo i saluti, Dr Don Roberto Valeri ha fatto una sintesi dell’Introduzione del Libro di Leonardo Lugaresi “Vivere da Cristiani in un mondo non cristiano” Ed LINDAU, che potete leggere qui.
La riunione si è svolta in presenza e anche con la partecipazione a distanza di qualche altro collega con “Meet”.
Al termine del dibattito Maria Teresa ha presentato la nuova Associazione “Ditelo sui tetti” che si prefigge di riunire le istanze di circa un centinaio di Associazioni del mondo cristiano per fare una azione comune più incisiva sulle istituzioni per spingere la realizzazione di quanto già di buono ci puo’ essere nell’ordinamento legislarivo come ad esempio le cure palliative e molti altri. Nel sito dei “Ditelo sui tetti” si può prendere visione di tanti obiettivi che si sono prefissi. Per ora mi sono iscritta alla loro news letter e osservo il progredire delle loro attività e dei risultati che potrebbero essere conseguiti al fine di valutare la possibilità di un maggiore coinvolgimento.
Al termine della riunione abbiamo stabilito chi farà la sintesi dei capitoli del libro di Lugaresi nelle prossime riunioni.
E’ stata poi fissata la prossima riunione in data Lunedì 24 Ottobre 2022 nella quale la Dottoressa Eugenia Dardanelli affronterà i primi due capitoli del libro di Lugaresi.
Abbiamo poi sottolineato l’importanza di cercare di difendere i valori in cui crediamo nelle  Elezioni Politiche del 25.09.22

Vivere da cristiani in un mondo non cristiano

Sono ricominciati gli incontri UCFI Milano, prendendo spunto da una riflessione di Leonardo Luganesi, “Vivere da cristiani in un mondo non cristiano” per i tipi di Lindau.
L’autore parte dal concetto che il cristiano ha da sempre vissuto in mondo non cristiano, e da sempre ha reso testimonianza attorno al mistero di Cristo.
Anche noi come i cristiani dei primi secoli, ci confrontiamo con cristiani e non cristiani. Pensiamo alle varie circostanze che esigono di rendere attuale l’esperienza di Cristo. Anche i farmacisti cattolici, “stando sul bancone”, luogo privilegiato di testimonianza, sono provocati dalle diverse circostanze a rendere ragione della bellezza della fede (1Pt 3,15) in cui tutti siamo stati generati alla vita filiale (Rm 8,15ss).
Ma di cosa rendono testimonianza i cristiani? Gli Atti degli Apostoli, ci raccontano la questione in modo preciso: Il re Agrippa spiega a Porcio Festo, magistrato romano: “Quelli che lo incolpavano (Paolo) gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo” At 25,18-19
Qui la questione, sostiene con ragione Luganesi: i cristiani sostengono che uomo pur essendo morto è vivo. Ecco la radice dell’attualità del cristianesimo che diventa annuncio e risposta. Annuncio della resurrezione e risposta al bisogno di eternità che da sempre alberga nel cuore dell’uomo, credente o non credente che sia.
Il cristianesimo è per sua natura sempre iniziale e in questo senso l’esempio delle prime generazioni cristiane, è paradigmatico per quelle successive, compresa la nostra che deve imparare a vedersi come generazione di primi cristiani. Una minoranza creativa immersa in un ambiente ostile è stata infatti la condizione normale dei cristiani almeno per tutti i primi tre secoli della loro storia. E ancora oggi non è forse così? Diverse sono le persecuzioni a cui assistiamo ogni giorno, cruente o ideologiche.
Lungi dl chiudersi alla cultura per salvaguardare una qualche purezza, oppure assimilandosi ad essa, i cristiani hanno sempre prodotto una straordinaria capacità di relazione basata sulla pratica del giudizio (Krisis) e del retto uso (chresis) dei suoi contenuti, divendo così una presenza significativa pur restando ridotta nunericamente.
Per il cristiano l’Annuncio di Cristo è sempre novità: teologicamente perché la Sua presenza è attuale, storicamente perche le circostanze pro-Vocano il cristiano a ri-Dire Cristo.
Scriveva Benedetto XVI: “ Ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento della storia sono uomini che attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini che sono toccati da Dio, Dio può fare ritorno presso gli uomini” (J.Ratzinger, L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Cantagalli 2005, 62-64.

Don Roberto Dr.Valeri

3 luglio: incontro all’Abbazia di Maguzzano

Incontro annuale UCFI nella giornata di Domenica 3 luglio 2022, presso l’Abbazia di Maguzzano (BS) secondo il seguente programma:

  • Ore 11.30 Accoglienza
  • Ore 12.00 Celebrazione della S.Messa
  • Ore 13.00 Pranzo
  • Ore 14.30 Assemblea
  • Ore 17.00 Conclusione

Per chi volesse arrivare prima, c’è la possibilità di pernottare previa prenotazione personale al seguente numero:  339-4336146

SALUTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI DIRIGENTI DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEI FARMACISTI CATTOLICI

Cari amici, buongiorno e benvenuti!

Questa udienza doveva essere al Palazzo apostolico, ma a causa del mio ginocchio è qui. Scusatemi. Ringrazio il vostro Presidente per le sue cortesi parole, e sono contento di incontrarvi come rappresentanti del mondo dei farmacisti. Voi siete i dirigenti della Federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici, ma sappiamo che le nostre associazioni ecclesiali sono sempre aperte a tutti e al servizio di tutti, naturalmente nel rispetto dei principi della morale cristiana, fondata sulla dignità della persona umana.

La pandemia da covid-19 ha posto i farmacisti, per così dire, in prima linea. I cittadini, spesso smarriti, hanno trovato in voi un punto di riferimento per avere assistenza, consigli, informazioni, e anche – lo sappiamo bene – per poter fare rapidamente i test necessari alla vita e alle attività quotidiane. Penso che questa situazione di crisi abbia anche provocato nel vostro ambiente professionale l’esigenza di “fare corpo”, di sostenersi a vicenda. E questo dovrebbe essere un incentivo ad associarsi. Mi congratulo con la vostra Federazione perché ha saputo leggere questa crisi anche come opportunità e ha rilanciato il valore dell’impegno associativo, tipico della tradizione cattolica.

Vorrei tornare sul vostro ruolo sociale. I farmacisti sono come un “ponte” tra i cittadini e il sistema sanitario. Questo è molto burocratizzato, e per di più la pandemia lo ha messo a dura prova, rallentando, se non a volte paralizzando, le procedure. Ciò comporta, concretamente, per chi è malato maggiori disagi, maggiori sofferenze e, purtroppo, danni ulteriori per la salute. In tale contesto la categoria dei farmacisti offre un duplice contributo al bene comune: alleggerisce il peso sul sistema sanitario e allenta la tensione sociale. Naturalmente questo ruolo va svolto con grande prudenza e serietà professionale, ma per la gente è molto importante l’aspetto della vicinanza – sottolineo questo: la vicinanza -, l’aspetto del consiglio, di quella familiarità che dovrebbe essere propria di un’assistenza sanitaria “a misura d’uomo”. È vero questo. Nei quartieri i farmacisti sono la casa, sono alla mano. Si deve andare dal medico, ma dai farmacisti vai, suoni il campanello e li trovi alla mano: “Prendi questo”, è una cosa più famigliare, più vicina.

Un altro aspetto che vorrei accennare, che pure ha una valenza sociale e culturale, è il contributo che i farmacisti possono dare per la conversione ad una ecologia integrale. Tutti siamo chiamati a imparare uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente in cui Dio ci ha posti, della nostra casa comune. E in questo stile di vita rientra anche un modo sano di alimentarsi e, in generale, di vivere. Penso che anche su questo i farmacisti possono “fare cultura”, promuovendo una maggiore sapienza nel condurre una vita sana. In questo vi può ispirare la tradizione millenaria che qui in Europa risale alle antiche farmacie dei monasteri. Ma oggi, grazie a Dio, queste radici si possono arricchire con le conoscenze e le pratiche proprie di altre culture, come quelle orientali, o quelle dei popoli nativi dell’America. Direi che voi farmacisti potete aiutarci a smascherare gli inganni di un falso benessere e a educare a un vero “buon vivere”, che non sia un privilegio di pochi ma alla portata di tutti. Il buon vivere, non nel senso di fare la bella vita, ma il vivere in consonanza con l’ambiente, in consonanza con l’universo, con tutti.

Cari amici, vi auguro ogni bene per il vostro lavoro e per il vostro cammino associativo. Vi benedico di cuore e vi affido all’intercessione della Vergine Maria e del vostro patrono San Giovanni Leonardi. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.