3 luglio: incontro all’Abbazia di Maguzzano

Incontro annuale UCFI nella giornata di Domenica 3 luglio 2022, presso l’Abbazia di Maguzzano (BS) secondo il seguente programma:

  • Ore 11.30 Accoglienza
  • Ore 12.00 Celebrazione della S.Messa
  • Ore 13.00 Pranzo
  • Ore 14.30 Assemblea
  • Ore 17.00 Conclusione

Per chi volesse arrivare prima, c’è la possibilità di pernottare previa prenotazione personale al seguente numero:  339-4336146

SALUTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI DIRIGENTI DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEI FARMACISTI CATTOLICI

Cari amici, buongiorno e benvenuti!

Questa udienza doveva essere al Palazzo apostolico, ma a causa del mio ginocchio è qui. Scusatemi. Ringrazio il vostro Presidente per le sue cortesi parole, e sono contento di incontrarvi come rappresentanti del mondo dei farmacisti. Voi siete i dirigenti della Federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici, ma sappiamo che le nostre associazioni ecclesiali sono sempre aperte a tutti e al servizio di tutti, naturalmente nel rispetto dei principi della morale cristiana, fondata sulla dignità della persona umana.

La pandemia da covid-19 ha posto i farmacisti, per così dire, in prima linea. I cittadini, spesso smarriti, hanno trovato in voi un punto di riferimento per avere assistenza, consigli, informazioni, e anche – lo sappiamo bene – per poter fare rapidamente i test necessari alla vita e alle attività quotidiane. Penso che questa situazione di crisi abbia anche provocato nel vostro ambiente professionale l’esigenza di “fare corpo”, di sostenersi a vicenda. E questo dovrebbe essere un incentivo ad associarsi. Mi congratulo con la vostra Federazione perché ha saputo leggere questa crisi anche come opportunità e ha rilanciato il valore dell’impegno associativo, tipico della tradizione cattolica.

Vorrei tornare sul vostro ruolo sociale. I farmacisti sono come un “ponte” tra i cittadini e il sistema sanitario. Questo è molto burocratizzato, e per di più la pandemia lo ha messo a dura prova, rallentando, se non a volte paralizzando, le procedure. Ciò comporta, concretamente, per chi è malato maggiori disagi, maggiori sofferenze e, purtroppo, danni ulteriori per la salute. In tale contesto la categoria dei farmacisti offre un duplice contributo al bene comune: alleggerisce il peso sul sistema sanitario e allenta la tensione sociale. Naturalmente questo ruolo va svolto con grande prudenza e serietà professionale, ma per la gente è molto importante l’aspetto della vicinanza – sottolineo questo: la vicinanza -, l’aspetto del consiglio, di quella familiarità che dovrebbe essere propria di un’assistenza sanitaria “a misura d’uomo”. È vero questo. Nei quartieri i farmacisti sono la casa, sono alla mano. Si deve andare dal medico, ma dai farmacisti vai, suoni il campanello e li trovi alla mano: “Prendi questo”, è una cosa più famigliare, più vicina.

Un altro aspetto che vorrei accennare, che pure ha una valenza sociale e culturale, è il contributo che i farmacisti possono dare per la conversione ad una ecologia integrale. Tutti siamo chiamati a imparare uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente in cui Dio ci ha posti, della nostra casa comune. E in questo stile di vita rientra anche un modo sano di alimentarsi e, in generale, di vivere. Penso che anche su questo i farmacisti possono “fare cultura”, promuovendo una maggiore sapienza nel condurre una vita sana. In questo vi può ispirare la tradizione millenaria che qui in Europa risale alle antiche farmacie dei monasteri. Ma oggi, grazie a Dio, queste radici si possono arricchire con le conoscenze e le pratiche proprie di altre culture, come quelle orientali, o quelle dei popoli nativi dell’America. Direi che voi farmacisti potete aiutarci a smascherare gli inganni di un falso benessere e a educare a un vero “buon vivere”, che non sia un privilegio di pochi ma alla portata di tutti. Il buon vivere, non nel senso di fare la bella vita, ma il vivere in consonanza con l’ambiente, in consonanza con l’universo, con tutti.

Cari amici, vi auguro ogni bene per il vostro lavoro e per il vostro cammino associativo. Vi benedico di cuore e vi affido all’intercessione della Vergine Maria e del vostro patrono San Giovanni Leonardi. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

ATTIVITÀ UCFI MILANO 2020 – 2022

Dopo un lungo periodo nel quale non abbiamo più divulgato le iniziative della Sezione UCFI di Milano, adesso cerchiamo di essere di nuovo presenti nel sito UCFI Italia.

Diamo un resoconto sintetico del lavoro svolto fino adesso durante il periodo della pandemia COVID 19.

Anno 2020: per la difficoltà del primo e secondo lockdown non ci sono stati incontri incontri UCFI.

Anno 2021: ci sono stati incontri on-line utilizzando MEET in data 1/02/2021, 02/03/2021, 14/04/2021, 03/06/2021, 09/11/2021, 14/12/2021.

Anno 2022: 11/01/2022, 23/02/2022, 9/03/2022, 26/04/2022

A partire da giugno 2021 gli incontri si sono svolti sempre in presenza e contemporaneamente anche con Meet per permettere a coloro che fossero stati impossibilitati a arrivare in Viale PICENO 18 a Milano di poter partecipare a distanza e di poter dare il loro contributo.

Nel 2021 è stato affrontato dapprima il tema dei vaccini e delle cure per il Covid-19 con un ampio dibattito interno nel quale si sono commentate le varie posizioni in merito alla liceità ad esempio dei vaccini Covid in relazione all’utilizzo di linee cellulari ottenute partendo da feti abortiti 20 – 30 anni prima, utilizzate per la ricerca, sviluppo e produzione dei vaccini Covid . Il pronunciamento della Congregazione della Fede e della Pontificia Accademia per la vita ha posto fine a questa questione, dichiarando leciti i vaccini sul piano etico. Si veda la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla Moralità dell’uso di alcuni vaccini anti Covid-19, 21.12.2020.

Successivamente si è passati a fare una profonda riflessione sul modo di comunicare ai giovani da un lato la bellezza della vita e dell’amore e dall’altro come informare sui metodi contraccettivi e per la contraccezione d’emergenza facendo vedere le due visioni a confronto. Da un lato la visione dominante che prevede il promuovere tra i giovani l’uso di contraccettivi e di metodi contraccettivi d’emergenza minimizzando gli effetti collaterali e anche cercando di nascondere il loro meccanismo intercettivo/abortivo. Dall’altro mettendo in evidenza la visione di coloro che invece ritengono che la vita incomincia dal momento del concepimento su basi scientifiche, con un diverso approccio nella presentazione dei metodi contraccettivi che prenda in considerazione anche la possibilità di sconsigliare l’uso della contraccezione di emergenza a favore di altre metodiche più rispettose della vita al suo esordio. Un consulente, il Dott Michele Barbato , ginecologo del Camen ci ha aiutato a cogliere la bellezza dell’amore attraverso la lettura di un opuscolo “BIOFERTILITA’: la regolazione naturale della fertilità per una sessualità appassionante”. E’ un libro che cerca di rispondere a domande sui metodi naturali: cosa sono e su cosa si basano? Quanto sono sicuri e come si usano? Come e dove si possono imparate? Sono utili per la ricerca della gravidanza?

Si è deciso per il momento di utilizzare nelle nostre farmacie il libretto Biofertilità per promuovere un visione dell’amore rispettosa della natura e della vita. Bisognerà farsi aiutare da esperti della comunicazione e da Organismi qualificati come la PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA e con la sinergia delle altre associazioni Pro Vita per arrivare a trovare una nuova modalità per presentare i metodi contraccettivi e per la contraccezione d’emergenza che sia rispettosa della vita umana.

Nel Luglio 2021 la sezione Ucfi di Milano ha partecipato all’Incontro UCFI del Nord Italia che si è tenuto come di consueto all’Abbazia di Maguzzano sul Lago di Garda nella quale hanno diretto i lavori il Presidente Nazionale Dott Piero Uroda e l’Assistente Ecclesiastico Nazionale Mons Don Marco Belladelli.
Nella S. Messa abbiamo ricordato i farmacisti che sono ritornati alla Casa del Padre per il Covid e poi si è fatto un giro di tavolo con le iniziative e le esperienze delle varie sezioni UCFI presenti.

A partire da autunno 2021 si è incominciato a trattare con l’aiuto di Don Dott Roberto Valeri la grande questione dell’antropologia relazionale. L’uomo radicato nella Trinità, che è in relazione, è esso stesso relazione. Un continuo divenire relazione nel finalismo che gli è proprio.

Siamo passati attraverso la riflessione sulla questione dell’eutanasia che chiude ogni relazione . Abbiamo riflettuto su un testo di don Gian Maria Comolli (Titolo: Eutanasia. Se la conosci la combatti. Dall’ideologia al reale. Ed Youcanprint) . Il testo pubblicato nel 2021 parte da una analisi di come è stata applicata la legge sull’Eutanasia in paesi quali Olanda, Belgio, Canada dove da molti anni è consentita la “dolce morte”. Prima la legalizzazione del suicidio assistito, poi dell’eutanasia per i casi più gravi, infine, con il trascorrere del tempo, “le maglie si sono allargate” e tutti i “paletti” sono saltati e ora in molti la esigono per ogni tipologia di malattia e disabilità, anche per i minori. Il testo prosegue con il ricostruire le fasi con cui si cerca di introdurre l’eutanasia anche in Italia. Legge 219/2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. Il caso DJ Fabo fino alla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019 del 26.09.2019 che dichiara la non punibilità dell’aiuto al suicidio in presenza di determinate condizioni. Infine è possibile in futuro un Referendum sul tema dell’eutanasia. Ecco perché è importante capire bene il problema. Per poter dare una risposta appropriata al Referendum in questione qualora si dovesse concretizzare.

Poi siamo approdati alla relazione nella cura con la conferenza all’Ospedale di Vimercate del 23/02/2022 di cui si possono allegare i link ai due video di prima e seconda parte in You tube: Titolo Dialogare con la solitudine: l’uomo di fronte a se stesso nella fragilità. Relatori Dott Don Roberto Valeri teologo morale e Dott Roberto Caterini Chirurgo Ospedale di Vimercate.

Infine abbiamo visto i due testi allegati di Bellieni e Carboni sulla questione relazionale nel nascere.

Carlo Bellieni Se questo non è un uomo. Il feto: un nuovo membro della famiglia.

Giorgio Maria Carbone La fecondazione extracorporea ed Studio Domenicano.

E’ interessante descrivere la metodologia con la quale sono state condotte le ultime riunioni, cercando di coinvolgere un po’ tutti ad avere una parte attiva. Dopo una introduzione di carattere antropologica del Dott Don Roberto Valeri i farmacisti cattolici partecipanti a turno si sono offerti di studiare i vari argomenti e di presentarli al gruppo. Il metodo della tavola rotonda ci permette di interagire apportando ciascuno il proprio sapere e la propria esperienza sull’argomento. Inoltre tale metodo rende tutti i soggetti coinvolti attivi nel formulare un giudizio. La conclusione affidata poi all’esperto di turno aiuta a fare una sintesi della serata.

 

 

Il Post-Covid: eventi avversi tardivi

(a cura di Marco GARZONIO e Giorgio LAMBERTENGHI DELILIERS)

Le Fondazioni AMBROSIANEUM e MATARELLI
invitano all’incontro

Giovedì 11 Febbraio, 2021 – ore 17,30

introduce e coordina
Giorgio Lambertenghi Deliliers
Presidente Fondazione Matarelli, Milano

Quando il coronavirus attacca… 

Il cuore e i polmoni: Gianfranco Parati

Prof. Ord. di Medicina Cardiovascolare, Univ. di Milano-Bicocca
Direttore Scientifico dell’Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano

Il cervello: Vincenzo Silani

Prof. Ord. di Neurologia, Univ. di Milano
Direttore U.O. Neurologia-Stroke Unit e Laboratorio Neuroscienze
Istituto Auxologico Italiano, IRCCS, Milano

La mente: Cristina Toni

Psichiatra, CM Visconti di Modrone, Milano
Istituto di Scienze del Comportamento De Lisio, Pisa

Per le disposizioni antiCovid in vigore, l’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sul canale youtube (https://www.youtube.com/user/Ambrosianeum/featured)  e sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/FondazioneAmbrosianeum)

Alcune riflessioni sull’uso materiale biologico per la ricerca

In questi giorni si sta dibattendo a livello morale sulle ricerche e sperimentazioni derivanti dall’uso di tessuti fetali per la produzione di vaccini che servano a contrastare l’attuale pandemia da Covid-19. Anche la Congregazione per la Dottrina della Fede si è espressa con una nota il 21 dicembre 2020 “Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19

Già da tempo la riflessione morale si era espressa a livello di Magistero attorno alla questione della ricerca che utilizzi materiale biologico per arrivare a conseguire risultati importanti in campo medico.

E’ ad esempio il caso di un bel documento della Congregazione della Dottrina della Fede del 2008 Dignitas Personae  a firma del Cardinale Levada allora Prefetto della Congregazione.  Si annota in quel documento ai numeri 34-35:

  1. Per la ricerca scientifica e per la produzione di vaccini o di altri prodotti talora vengono utilizzate linee cellulari che sono il risultato di un intervento illecito contro la vita o l’integrità fisica dell’essere umano. La connessione con l’azione ingiusta può essere immediata o mediata, dato che si tratta generalmente di cellule che si riproducono facilmente e in abbondanza. Questo “materiale” talvolta viene commercializzato, talvolta è distribuito gratuitamente ai centri di ricerca da parte degli organismi statali che per legge hanno tale compito. Tutto ciò dà luogo a diversi problemi etici, in tema di cooperazione al male e di scandalo. Conviene pertanto enunciare i principi generali, a partire dai quali gli operatori di retta coscienza possono valutare e risolvere le situazioni in cui eventualmente potrebbero essere coinvolti nella loro attività professionale. 

    Occorre ricordare innanzitutto che la stessa valutazione morale dell’aborto «è da applicare anche alle recenti forme di intervento sugli embrioni umani che, pur mirando a scopi in sé legittimi, ne comportano inevitabilmente l’uccisione. È il caso della sperimentazione sugli embrioni, in crescente espansione nel campo della ricerca biomedica e legalmente ammessa in alcuni Stati… L’uso degli embrioni o dei feti umani come oggetto di sperimentazione costituisce un delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani, che hanno diritto al medesimo rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona» .Queste forme di sperimentazione costituiscono sempre un disordine morale grave.

  1. Una fattispecie diversa viene a configurarsi quando i ricercatori impiegano “materiale biologico” di origine illecita che è stato prodotto fuori dal loro centro di ricerca o che si trova in commercio. L’Istruzione Donum vitae ha formulato il principio generale che in questi casi deve essere osservato: «I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani. In particolare non possono essere oggetto di mutilazioni o autopsie se la loro morte non è stata accertata e senza il consenso dei genitori o della madre. Inoltre va sempre fatta salva l’esigenza morale che non vi sia stata complicità alcuna con l’aborto volontario e che sia evitato il pericolo di scandalo.

Queste note riassumo al loro interno anche la rilfessione precedente della congregazione (Donum Vitae I,4) e del magistero pontificio di san Giovanni Paolo II (Evangelium Vitae 62-63) oltre alle riflessioni portate avanti dalla Pontificia Accademia per la Vita.

Il problema della sperimentazione è venuto a porsi in maniera più acuta in questi tempi per le denunce sul traffico dei feti abortiti, sia a fini industriali  per la produzione di cosmetici, sia come cessione di materiale da esperimento per la produzione di farmaci[1].

Le distinzioni più rilevanti da un punto di vista etico sono quelle riguardanti il fine degli interventi sul feto; il fine può essere di pura sperimentazione biologica, di sperimentazione terapeutica o con intenti terapeutici, a scopo di prelievo dei tessuti per la cura di altre persone malate. Inoltre, è ancora più rilevante, è la distinzione sulla condizione del feto; se vivo, viabile o non, o morto, morto per aborto spontaneo o per l’interruzione volontaria della gravidanza.

Per quanto riguarda i feti morti, la qual cosa va accertata, occorre certamente sottolineare la differenza fra feti da aborto spontaneo o volontario. Nel secondo caso, e ciò è risaputo dai ricercatori, una utilizzazione da parte di questi di per sé, di per sé potrebbe essere lecita quando non ci fosse nessuna connessione di accordi previ e di condivisione dell’aborto ed escluda qualsiasi giustificazione dell’aborto stesso. Anche se questa non connessione non è facile da sostenere: l’aborto viene spesso eseguito ad hoc e quindi alla fine dell’intervento il feto può essere ancora vivo anche se non viabile. Per di più si rischia di incoraggiare la pratica (ratio scandali) e anche in considerazione della necessità di richiedere il consenso alla madre.[2]

Nel caso di feti provenienti da aborti spontanei, oltre all’accertamento della morte, occorrerà il consenso dei genitori o della madre, dovrà essere escluse ogni forma di speculazione o anche di compenso di tipo commmerciale, ci dovrà essere un prevedibile vantaggio da tali ricerche sul paino umano, in vista dello studio della malattia.

Da parte della Chiesa Cattolica si può ricordare la “Proposta di impegno etico per i ricercatori in ambito biomedico” pubblicata al termine della IX Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita dedicata al tema “Etica della ricerca biomedica per una visione cristiana” (24-26 febbraio 2003) dove si riassumono i principali nodi etici da sottoscrivere tra cui si legge:

– Riconosco che la scienza e la tecnologia devono essere a servizio della persona umana, nel pieno rispetto della sua dignità e dei suoi diritti.

– Riconosco e rispetto ogni tipo di ricerca, e le sue applicazioni, che sia basato sul principio di “bontà morale”, riferito alla corretta visione della duplice dimensione corporale e spirituale dell’uomo.

– Riconosco che ad ogni essere umano, fin dal primo momento della sua esistenza (processo di fertilizzazione) e fino alla sua morte naturale, va garantito il rispetto pieno ed incondizionato che è dovuto ad ogni persona umana, a ragione della sua peculiare dignità.

Dott Don Roberto Valeri, teologo

 

 

[1] Ad esempio: R.Colombo, La vulnerabilità nella ricerca biomedica. Il caso dell’Ebrione umano, in Vial Correa-Sgreccia (a cura di), Etica della ricerca biomendica per una visione cristiana, Atti della nona Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita (Città del Vaticano, 24-26 febbraio 2003), pp. 217-244,  per una visione esaustiva: E.Sgreccia, Manuale di Bioetica, Vol.I Fondamenti di etica biomedica, Milano 20073, 797-802

[2] A.G. Spagnolo, L’inevitabile complicità nel trapianto di tessuti fetali da aborti volontari, in «L’Osservatore Romano», 28 gennaio 1995

Journal of Hepatology

A seguito della recente pubblicazione su una delle più importanti riviste scientifiche mondiali (Journal of Hepatology) di un articolo del prof Bruno Mozzanega si potrebbe ipotizzare una possibile epatotossicità anche con  somministrazioni sporadiche di  UPA 30 mg, la pillola del quinto giorno. Per accertare tale possibilità sarebbero auspicabili ulteriori indagini mirate allo scopo. Si offre la possibilità di leggere l’articolo in lingua inglese e la sua traduzione in lingua italiana messa a disposizione dal professor Mozzanega.

Leggi l’articolo originale in inglese >
Leggi l’articolo tradotto in italiano >

Comunicato UCFI sull’ RU486 pubblicato su ” La Libertà” di Reggio E.

In analogia ad un recente comunicato della sezione di Reggio Emilia dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, desidero aggiungere anche a nome dell’Unione Cattolica Farmacisti Italiani alcune brevi considerazioni di carattere tecnico-scientifico con particolare riguardo a commenti seguiti al comunicato del Vescovo S.E. Mons. Massimo Camisasca sull’utilizzo della RU486.

Vorrei innanzitutto ricordare che la legge 194 che ha introdotto in Italia l’interruzione volontaria di gravidanza – e della quale ciò che si riferisce alla RU486 è stato valutato essere un’estensione – prevede all’articolo 9 il diritto all’obiezione di coscienza. Dunque è lecito e tutelato il dissentire dalla pratica abortiva senza essere tacciati di alcunché: chi difende la 194 deve saper difendere anche questa parte della legge, altrimenti ne travisa i fondamenti.
Nello specifico dell’RU486, cioè dell’aborto farmacologico che si è recentemente deciso di estendere in day hospital, vorrei indurre una riflessione su un suo aspetto peculiare prima di considerarlo una moderna conquista: recentemente è stato rimosso il vincolo che imponeva il ricovero “dal momento dell’assunzione del farmaco fino alla verifica dell’espulsione del prodotto del concepimento” e quindi questa procedura medica, distinta in più fasi, prevede d’ora in poi che la donna attenda a domicilio – non in anestesia e quindi perfettamente cosciente – per un numero imprecisato di ore, anche giorni, il distacco e l’espulsione di quella che – non dimentichiamolo – è la sua piccola creatura priva di vita, evento di cui lei stessa deve visivamente accertarsi per constatare l’esito finale della pratica. In questo lungo periodo di tempo non le è lasciata la possibilità di fermare il processo qualora avesse un ripensamento poiché, non essendo previsto dal protocollo, l’iter risulta inarrestabile. Inoltre, se insorgessero complicanze ( emorragie, infezioni… effetti che in alcuni casi sono risultati letali) dovrebbe attivarsi da casa per essere urgentemente trasportata in ospedale, con tutti i problemi connessi. C’è da chiedersi: ma è un vero progresso questo?
Infine, un pericolo nascosto : quando una donna decide di abortire esercita una libertà individuale che di fatto si contrappone ad un diritto – non riconosciuto – del concepito di nascere, e lo Stato in questo la supporta offrendole ora una nuova via in day hospital che può essere colta come una semplificazione, ma dobbiamo ricordare  che spesso le conseguenze psicologiche di tale decisione rimangono impresse in lei in qualche misura ( chi se ne occupa da “addetto ai lavori” può confermarlo). Per tutto ciò, è importante che emerga che non si può dare per scontato che con l’utilizzo di una pillola, il cui effetto si verifica a casa, piuttosto che con un intervento medicalmente assistito, diminuisca il potenziale impatto dell’aborto sulla donna.

Cristiana Bodria
Consigliere Nazionale  dell’Unione Cattolica Farmacisti Italiani

Contraccezione di Emergenze: si, no, perché

“Contraccezione d’emergenza. sì, no, perché”
numero di Giugno 2020 Bioetica News Torino

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